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I 36 cittadini iraniani residenti a Camp Ashraf arrestati dalle forze di sicurezza il 28 e 29 luglio scorso continuano a essere detenuti nella stazione di polizia della città di al-Khalis, nella provincia di Diyala, a nord di Baghdad. Versano in gravi condizioni di salute e proseguono lo sciopero della fame.
Secondo le ultime informazioni e dopo il deferimento al tribunale penale della provincia di Diyala il 16 settembre scorso, il giudice per le indagini preliminari della città di al-Khalis ha confermato la decisione presa il 24 agosto, che ordinava il rilascio dei 36 uomini sulla base della mancanza di accuse nei loro confronti. La seconda accusa, di risiedere illegalmente in Iraq, è stata respinta dal giudice per le indagini preliminari. Il pubblico ministero, che si era appellato contro la prima decisione del giudice per le indagini preliminari, ha dichiarato di non avere obiezioni al loro rilascio. Ciò nonostante, la polizia di al-Khalis continua a trattenerli.
Amnesty International sollecita le autorità irachene a rilasciare immediatamente e senza condizioni i 36 residenti di Camp Ashraf. L’organizzazione per i diritti umani chiede al primo ministro Nuri al-Maliki di intervenire personalmente e di ordinare un’indagine sull’operato della polizia di al-Khalis. Amnesty International reitera la sua opposizione a ogni rinvio forzato dei residenti di Camp Ashraf, compresi i 36 detenuti, in Iran dove potrebbero essere a rischio di gravi violazioni dei diritti umani, inclusi tortura ed esecuzioni.
(11 settembre 2009) Iraq, preoccupazione per la situazione dei residenti di Camp Ashraf