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Amnesty International ha sollecitato le autorità irachene a indagare con urgenza sull’attacco contro Camp Liberty, un campo di esuli iraniani che, il 9 febbraio 2013, ha causato diversi morti e feriti, e a garantire che tutte le persone rimaste ferite ricevano cure mediche adeguate.
L’indagine dovrà chiarire anche l’operato delle forze di sicurezza irachene prima e durante l’attacco e spiegare perché esse non siano riuscite a impedirlo.
‘Si è trattato di un attacco spregevole. Le autorità irachene devono assicurare non solo che i responsabili siano portati di fronte alla giustizia, ma anche che i residenti del campo siano protetti’ – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Camp Liberty ospita circa 3000 appartenenti all’Organizzazione dei mojahedin del popolo, un gruppo di oppositori del governo iraniano. Dopo aver vissuto per 25 anni nel Camp Ashraf, nel corso del 2012 erano stati trasferiti a Camp Liberty subendo, durante la fase del trasferimento, attacchi da parte delle forze irachene.
Secondo António Guterrez, responsabile dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, i residenti di Camp Liberty sono richiedenti asilo nei cui confronti è in corso il procedimento di determinazione dello status di rifugiati e che, come tali, hanno diritto alla protezione internazionale.
Nell’aprile 2011, truppe irachene avevano attaccato Camp Ashraf usando forza eccessiva e anche munizioni letali contro chi opponeva resistenza. Furono uccise 36 persone (28 uomini e sei donne) e vi furono oltre 300 feriti, cui venne impedito di lasciare il campo per ricevere cure mediche.