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Amnesty International ha espresso deplorazione per l’esecuzione, avvenuta il 25 gennaio a Baghdad, di ‘Ali Hassan al-Majid, conosciuto come ‘Alì il chimico’, coinvolto nelle peggiori atrocità commesse durante il governo di Saddam Hussein.
‘Al-Majid era stato condannato a morte per la quarta volta il 17 gennaio, per aver ordinato l’attacco con il gas nella città di Halabja, in cui furono uccise 5600 persone appartenenti alla minoranza curda, molte delle quali bambini e donne.
La condanna è stata eseguita al termine della sentenza emessa da Tribunale penale supremo iracheno (Sict), istituito per occuparsi dei crimini commessi durante il governo di Saddam Hussein. Al-Majid era stato condannato a morte per genocidio e crimini contro l’umanità in tre precedenti processi, sempre di fronte alla Sict.
Amnesty International ha più volte espresso le sue preoccupazioni circa i procedimenti giudiziari celebrati dalla Sict, la cui imparzialità è minata dalle interferenze politiche e dal mancato rispetto degli standard internazionali sui processi equi.
‘Nonostante l’enormità dei crimini dei quali è stato accusato al-Majid, condanniamo la sua esecuzione e la consideriamo un passo indietro‘ – ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
‘Infatti, questa è solo una delle sempre più numerose esecuzioni, alcune delle quali arrivano al termine di processi iniqui, in grave spregio dei diritti umani‘.
L’esecuzione di al-Majid si inserisce nel contesto di un sempre maggiore ricorso alla pena di morte. Attualmente, sarebbero più di 900 le persone nei bracci della morte, molte delle quali a rischio di esecuzione imminente. Molte sono state condannate a morte dal Tribunale penale centrale iracheno in seguito a processi non in linea con gli standard internazionali sui processi equi.
‘Questa esecuzione era prevista da tempo e, senza dubbio, molte persone che hanno sofferto a causa dei crimini di cui è stato ritenuto colpevole vi hanno visto la possibilità di chiudere un capitolo della storia irachena particolarmente triste e doloroso‘ – ha affermato Malcolm Smart. ‘Tuttavia, ogni esecuzione ha un effetto brutalizzante sulla società irachena e in un paese dove le uccisioni sono all’ordine del giorno, è arrivato il momento di dire ‘questo è troppo!”.