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Amnesty International ha esortato i parlamentari dell’Iraq a ritirare le proposte di modifica della Legge sullo status personale, che aggraverebbero la discriminazione di genere, permettendo il matrimonio delle bambine a partire dai nove anni e indebolendo le tutele per le donne in caso di divorzio ed eredità.
“I parlamentari iracheni devono ascoltare le preoccupazioni della società civile e dei gruppi per i diritti delle donne. Le modifiche alla legge eliminerebbero l’età legale minima per il matrimonio, attualmente fissata a 18 anni, esponendo le bambine a matrimoni forzati, violazioni e rischi per la salute legati a gravidanze precoci”, ha dichiarato Razaw Salihy, ricercatore di Amnesty International.
Le modifiche darebbero inoltre potere ai consigli religiosi di creare propri codici in materia di status personale, minacciando l’uguaglianza di genere. Le donne divorziate perderebbero i loro diritti fondamentali, come quello a rimanere nella casa coniugale o a ricevere sostegno economico dall’ex marito.
“Queste proposte violano trattati internazionali come la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne e la Convenzione sui diritti dell’infanzia. È importante che il parlamento respinga queste modifiche e si concentri su riforme che proteggano realmente i diritti delle donne”, ha aggiunto Salihy.
Le modifiche, già oggetto di tentativi falliti nel 2014 e 2017, sono state discusse nel settembre 2024, ma incontrano una forte opposizione interna. Il 17 settembre, la Corte suprema federale dell’Iraq ha stabilito che le modifiche erano conformi alla Costituzione irachena.