Iraq, “Strade piene di sangue”. Almeno 25 morti tra i manifestanti a Nassiriya

28 Novembre 2019

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Nella notte tra il 27 e il 28 novembre diverse agenzie di sicurezza irachene hanno attaccato le manifestazioni nella città di Nassiriya, uccidendo almeno 25 persone e ferendone molte altre al mattino.

Denunciamo questa grave violazione dei diritti umani dopo aver ascoltato testimonianze dirette e aver esaminato decine di video e fotografie.

Abbiamo nuovamente sollecitato le autorità irachene a porre a freno l’operato delle forze di sicurezza, che a Nassiriya hanno ancora una volta usato proiettili veri.

Nassiriya questa mattina sembrava una zona di guerra. Per l’ennesima volta le forze di sicurezza hanno agito con una violenza spaventosa contro manifestazioni per lo più pacifiche”, ha dichiarato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche di Amnesty International sul Medio Oriente.

Dal 1° ottobre sono stati uccisi oltre 300 manifestanti e migliaia sono stati feriti o arrestati. Questo bagno di sangue deve terminare. La comunità internazionale deve chiedere forte e chiaro all’Iraq di fermare la violenza delle forze di sicurezza e di avviare indagini imparziali ed esaurienti in grado di portare di fronte alla giustizia i responsabili di uccisioni illegali e di altre gravi violazioni dei diritti umani”, ha aggiunto Maalouf.

Alle 3 del mattino del 28 novembre una manifestazione era in corso nei pressi dei ponti al-Nasr e al-Zaitoon, quando sono arrivate le forze anti-rivolta e altre agenzie di sicurezza con un bulldozer per sfondare le barricate.

Hanno iniziato a sparare senza sosta e in cinque minuti hanno ripreso il controllo della situazione. Ho visto almeno cinque morti di fronte a me. Altri manifestanti venivano picchiati. Ci siano rifugiati in alcune case. A quel punto sono arrivati con gli altoparlanti chiedendo di venire fuori altrimenti avrebbero aperto il fuoco contro le case”.

“Poi si sono diretti verso piazza al-Habboobi, dove erano fuggiti altri manifestanti. Hanno continuato a sparare fino alle 7 e ci sono stati altri morti nella zona di Tarbiya, nei pressi di piazza al-Habboobi”.

Questo l’agghiacciante racconto di un testimone.

Esasperati dalla violenza, a un certo punto della notte i manifestanti hanno iniziato a lanciare pietre contro le forze di sicurezza e hanno dato fuoco a gli uffici locali della Polizia federale di risposta alle emergenze.

Sparavano diretti contro i manifestanti. Molti sono stati colpiti al collo e al petto. Girava voce che ci fossero anche dei cecchini. Era come un’esecuzione, sparavano direttamente alla testa, le strade erano piene di sangue”, ci ha raccontato un altro testimone.

Secondo l’Ong Netblocks alle 5.30, in concomitanza con una delle fasi più violente della repressione, la connettività della rete Internet nella zona di Nassiriya è calata notevolmente.