Iraq, nuove uccisioni di manifestanti. Da ottobre almeno 432 vittime

13 Dicembre 2019

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Articolo pubblicato il 11/11/2019 e aggiornato il 13 dicembre

Il 13 dicembre 2019 il Balkan Investigative Reporting Network (Rete del giornalismo investigativo dei Balcani) ha pubblicato una nuova inchiesta sulle granate contenenti gas lacrimogeno usate per uccidere manifestanti in Iraq. L’inchiesta ha collegato alcune di queste forniture a quello che nel 2008 venne definito “l’accordo del secolo” tra Serbia e Iraq. Queste rivelazioni smentiscono le dichiarazioni del ministro della Difesa dell’Iraq Najah al-Shammari secondo il quale quelle granate non erano state importate attraverso canali ufficiali iracheni. Nel frattempo il numero dei manifestanti uccisi è salito ad almeno 432.

Amnesty International ha condannato le nuove uccisioni di manifestanti avvenute nelle città irachene di Baghdad e Bassora nel corso di operazioni di sgombero delle proteste.

La scorsa settimana sono stati uccisi almeno 12 manifestanti a Bassora mentre nella capitale, solo il 9 novembre, le vittime sono state almeno sei.

Ancora una volta nelle città irachene è scorso il sangue a causa dell’impiego della forza eccessiva e letale da parte delle forze di sicurezza. In poco più di un mese sono stati uccisi almeno 264 manifestanti. Di fronte a questo massacro, qualsiasi promessa di riforme suona vuota“, ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

Operatori sanitari che hanno assistito all’azione delle forze di sicurezza a Baghdad hanno riferito ad Amnesty International che quattro manifestanti sono stati uccisi dai proiettili e altri due sono morti dopo essere stati colpiti alla testa da candelotti lacrimogeni.

Amnesty International ha documentato almeno altri nove casi in cui, dal 25 ottobre a Baghdad, manifestanti sono stati uccisi dopo che erano stati centrati da nuovi candelotti lacrimogeni e fumogeni ora in dotazione alle forze di sicurezza.

Sempre a Baghdad, nel corso delle operazioni di sgombero, sono state distrutte tende allestite per i primi soccorsi e attrezzature mediche. Sul ponte al-Sinak le forze di sicurezza hanno fatto irruzione in una tenda in cui si stavano medicando alcuni feriti. Un candelotto lacrimogeno lanciato all’interno ha provocato un incendio che ha costretto medici e feriti a fuggire e ha distrutto le attrezzature. Nell’attacco è stato distrutto anche un tuk-tuk che era usato per trasportare i manifestanti feriti verso le ambulanze.