Iraq: porre fine alle condanne a morte

18 Gennaio 2010

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(19 gennaio 2010)

Amnesty International ha chiesto alle autorità irachene di porre fine al ricorso alla pena capitale, che è aumentato in vista delle elezioni di marzo.

La scorsa settimana 11 uomini sono stati condannati a morte per avere, secondo l’accusa, commesso atti terroristici. Domenica 17 gennaio un ex alto funzionario del regime di Saddam Hussein, Ali Hassan al-Majid conosciuto come ‘Alì il chimico’, è stato condannato a morte per la quarta volta dal Tribunale penale supremo iracheno, per aver ordinato l’attacco con il gas nella città di Halabja, che uccise migliaia di curdi nel 1988.

Le autorità irachene ricorrono alla pena capitale in risposta ai numerosi attacchi contro i civili. Ma proprio l’elevato numero di attacchi suicidi dimostra che essa non è un deterrente efficace per questa grave situazione.
 
Non sono note le modalità del processo contro gli 11 uomini, ma in altri casi i processi celebrati da Tribunale penale centrale iracheno sono stati profondamente inadeguati e non hanno rispettato gli standard del giusto processo; gli imputati sono stati condannati sulla base di confessioni molto probabilmente estorte con la tortura mentre erano trattenuti in incommunicado, durante la detenzione preventiva. Molti di loro non hanno avuto avvocati di loro scelta.

Amnesty International si oppone incondizionatamente alla pena di morte, anche quando è applicata per crimini orrendi, come quelli commessi nella città di Halabja nel 1988.

Maggiori informazioni sono disponibili online