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Amnesty International si è detta preoccupata per la condanna a nove anni di carcere inflitta il 29 gennaio ad Ameer Makhoul, un attivista palestinese di Haifa.
Makhoul, direttore di Ittijah, l’Unione delle associazioni delle comunità arabe, è da tempo impegnato in favore dei palestinesi che vivono in Israele. Amnesty International, che esaminerà a fondo la documentazione processuale, teme che questa possa essere stata la causa della sua condanna.
Makhoul, arrestato il 6 maggio 2010 ad Haifa, ha trascorso i primi 12 giorni di detenzione senza vedere il proprio avvocato. È stato giudicato colpevole di aver avuto contatti con nemici di Israele e di spionaggio. Dopo un patteggiamento, la pubblica accusa ha accettato di ritirare l’accusa di ‘assistenza a un nemico in guerra’, che avrebbe potuto determinare una condanna all’ergastolo. Secondo la pubblica accusa, un attivista giordano con cui Makhoul era in contatto sarebbe un esponente di Hezbollah. Makhoul gli avrebbe fornito informazioni sulle sedi di una base militare e dei Servizi generali di sicurezza.
Le dichiarazioni sulla base delle quali Makhoul è stato condannato sono state ammesse come prova, sebbene egli avesse dichiarato di essere stato torturato durante gli interrogatori. Peraltro, le informazioni che egli avrebbe fornito all’uomo giordano sono pubbliche.