Tempo di lettura stimato: 2'
Amnesty International ha deciso di unirsi al ricorso di Human Rights Watch contro la decisione del governo israeliano di espellere il suo direttore locale Omar Shakir, confermata da una sentenza del tribunale distrettuale di Gerusalemme. Il ricorso sarà esaminato il 25 luglio dalla Corte suprema.
Secondo Amnesty International, si tratta di una “decisione incomprensibile e sproporzionata che suona come un segnale d’allarme per coloro che difendono i diritti umani e per la società civile nel suo complesso“.
Omar Shakir non ha fatto altro che chiedere alle aziende di rispettare il diritto internazionale e di aderire ai Principi guida delle Nazioni Unite su affari e diritti umani, invitandole a non commercializzare prodotti provenienti dagli insediamenti nei Territori palestinesi occupati.
La prima decisione del ministero dell’Interno di revocare il permesso di lavoro di Omar Shakir risale al 7 maggio 2018. Essa fa riferimento all’emendamento del 2017 alla Legge sull’ingresso in Israele, che prevede il diniego d’ingresso in Israele e nei Territori palestinesi occupati a chiunque sostenga o chieda il boicottaggio contro Israele così come definito dalla Legge per la prevenzione dei danni allo stato d’Israele mediante il boicottaggio, nota come Legge anti-boicottaggio.
Dopo il ricorso di Human Rights Watch, il provvedimento è stato sospeso ma il 16 aprile 2019 il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha ordinato a Omar Shakir di lasciare il paese entro il 1° maggio. Un secondo ricorso ha nuovamente sospeso l’espulsione, in attesa dell’udienza del 25 luglio presso la Corte suprema.