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Amnesty International ha definito insufficiente la decisione presa il 21 febbraio dalle autorità israeliane di rilasciare il 17 aprile il detenuto palestinese Khader Adnan, che secondo alcune fonti avrebbe accettato di porre fine a uno sciopero della fame iniziato 66 giorni prima.
Amnesty International ha sollecitato Israele a rilasciare Adnan immediatamente e a consentirgli di ricevere le cure mediche di cui, dopo 10 settimane di sciopero della fame, ha urgente bisogno.
‘Nelle sue attuali condizioni, Adnan non rappresenta alcuna ‘minaccia alla sicurezza’ e dovrebbe essere rilasciato immediatamente. Anche se avesse terminato lo sciopero della fame, ciò non significherebbe che non è più in pericolo di vita‘ – ha dichiarato Philip Luther, direttore ad interim del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Adnan, panettiere di 33 anni, sospettato di appartenenza alla Jihad islamica, è stato arrestato il 17 dicembre 2011 nei pressi di Jenin, nella Cisgiordania occupata. Il giorno dopo, ha iniziato lo sciopero della fame. Ricoverato il 30 dicembre, si trova attualmente nell’ospedale di Ziv, sorvegliato da guardie armate. Il 19 febbraio, i medici di Physicians for human rights – Israel hanno denunciato che era incatenato a letto.
Il 10 gennaio Adnan è stato sottoposto a quattro mesi di detenzione amministrativa, il provvedimento che viene emesso nei confronti dei palestinesi della Cisgiordania occupata considerati una ‘minaccia alla sicurezza’. Il periodo di detenzione amministrativa, senza processo e basato su prove tenute segrete, può essere prorogato a tempo indeterminato. Un palestinese è sottoposto alla detenzione amministrativa da oltre cinque anni.
Amnesty International continua a chiedere la fine della detenzione amministrativa, una pratica che viola il diritto internazionalmente riconosciuto a un processo equo. I 309 palestinesi che si trovano in detenzione amministrativa, tra cui lo stesso Adnan e oltre 20 parlamentari del Consiglio legislativo nazionale, dovrebbero essere incriminati rapidamente per un reato riconosciuto a livello internazionale e processati in linea con gli standard internazionali sui processi equi, oppure dovrebbero essere rilasciati.