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La decisione del dipartimento di Giustizia degli Usa di affidare all’Fbi l’indagine sull’uccisione, nel maggio 2022, della giornalista palestinese-statunitense Shireen Abu Akleh, è stata così commentata da Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord:
“Shireen Abu Akleh era un’icona del giornalismo che per decenni aveva raccontato le storie dei palestinesi. Apprezziamo questo passo verso la giustizia ma condividiamo le richieste della famiglia di Shireen: l’indagine dell’Fbi dovrà essere realmente indipendente e approfondita e dovrà accertare le responsabilità lungo la catena di comando dell’esercito israeliano. Le forze israeliane non possono continuare a lasciare impunite le uccisioni dei palestinesi. Continueremo a pretendere giustizia per Shireen Abu Akleh e per tutti i palestinesi illegalmente uccisi dalle forze israeliane, per tutto il tempo che sarà necessario”.
Nel settembre 2022 l’indagine interna dell’esercito israeliano ha stabilito che “non è stato possibile determinare in modo inequivoco l’origine degli spari che hanno colpito” Shireen Abu Akleh e che era “altamente possibile” che la giornalista fosse stata colpita “accidentalmente” dal fuoco israeliano. Non vi era dunque nulla che potesse giustificare l’apertura di un’indagine da parte della Polizia militare.
Nel 2022 sono 125 i palestinesi uccisi in Cisgiordania dalle forze israeliane, per lo più durante operazioni di polizia e incursioni che fanno parte del sistema di apartheid praticato dalle autorità israeliane nei confronti della popolazione palestinese.