©AHMAD GHARABLI/AFP via Getty Images
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Aggiornamento 16/08/2022
Ahmad Manasra, palestinese, arrestato a 13 anni nel 2015, è stato condannato a nove anni e cinque mesi di carcere per tentato omicidio. Nonostante sia in disperate condizione di salute, ieri il tribunale distrettuale israeliano ha esteso l’isolamento di altri sei mesi. pic.twitter.com/6G9sSEOfPT
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) August 17, 2022
Il 3 agosto la direzione delle prigioni israeliane ha rinnovato l’isolamento carcerario di Ahmad Manasra, un palestinese arrestato all’età di 13 anni e che ha sviluppato gravi problemi di salute mentale.
Manasra è stato arrestato nell’ottobre 2015 in relazione all’accoltellamento di due israeliani a Pisgat Zeev, un insediamento illegale a Gerusalemme Est occupata. Interrogato in assenza di un avvocato, è stato processato per tentato omicidio e, nonostante la minore età, condannato a nove anni e cinque mesi di carcere. Dal novembre 2021, a parte due mesi di ricovero in ospedale, è in una cella d’isolamento.
Sebbene abbia già scontato due terzi della pena e dunque, secondo la legge israeliana, gli possa essere condonato l’ultimo terzo, Manasra resta in isolamento nella prigione di Eshel in quanto condannato per “atti di terrorismo”, secondo una legge entrata in vigore dopo il suo arresto e che non prevede sconti di pena per i responsabili di tali reati.
A Manasra è stata diagnosticata la schizofrenia. Secondo il suo avvocato, soffre di profonda depressione: “La sua vita è in pericolo. I continui rinnovi dell’isolamento carcerario lo stanno distruggendo”.
Una nuova udienza sull’isolamento carcerario è prevista il 16 agosto. Amnesty International continua a chiedere che il detenuto sia rilasciato.