Israele rinnova la detenzione amministrativa di un difensore dei diritti umani palestinese

7 Giugno 2022

Photo by ABBAS MOMANI/AFP via Getty Images

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Il 6 giugno le autorità israeliane hanno esteso di altri tre mesi la detenzione amministrativa cui è sottoposto da marzo Salah Hammouri, difensore dei diritti umani palestinese.

Hammouri, di origini franco-palestinesi, è un avvocato e ricercatore per l’organizzazione non governativa palestinese Addameer.

È stato arrestato il 7 marzo, mentre era diretto al quartiere Kufr Aqab di Gerusalemme. È dal settembre 2020 che le autorità israeliane lo stanno perseguitando, anche attraverso il tentativo di revocare il suo permesso di residenza permanente per una presunta “rottura dell’alleanza” con lo stato di Israele.

Secondo Addameer, alla fine di maggio erano oltre 600 i palestinesi sottoposti alla detenzione amministrativa: un istituto profondamente ingiusto, che prevede la privazione della libertà a tempo potenzialmente indeterminato, senza processo e senza possibilità di difendersi da prove tenute segrete.

Se prolungata o ripetuta nel tempo, questa forma di detenzione arbitraria costituisce un trattamento crudele, inumano e degradante. L’uso che Israele ne fa rappresenta un atto inumano perpetrato allo scopo di mantenere il sistema di apartheid contro i palestinesi, che a sua volta è un crimine contro l’umanità.

Amnesty International continua a chiedere alle autorità israeliane la scarcerazione di Salah Hammouri, che rischia anche l’espulsione forzata da Gerusalemme. Hammouri dovrebbe poter continuare a svolgere il proprio lavoro in difesa dei diritti umani, da Gerusalemme e senza timore di subire rappresaglie.