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Amnesty International sta valutando come agire sul piano legale per spingere il governo israeliano a revocare la licenza all’esportazione all’azienda NSO Group, che produce software di sorveglianza recentemente usato per spiare un membro dello staff dell’organizzazione.
Due settimane fa, Amnesty International aveva fatto tale richiesta al ministero della Difesa israeliano, responsabile delle esportazioni di materiale a scopo di difesa, ricevendo in risposta un diniego.
“C’è una montagna di prove che la NSO Group vende i suoi software di sorveglianza a regimi che violano i diritti umani. Continuare ad approvare licenze all’esportazione significa, da parte del ministero della Difesa, ammettere di collaborare con un’azienda i cui prodotti servono a violare i diritti umani”, ha dichiarato Molly Malekar, direttrice dei programmi di Amnesty International Israele.
Una recente inchiesta del quotidiano Haaretz ha rivelato che lo scorso anno la NSO Group ha proposto alle autorità dell’Arabia Saudita il proprio software Pegasus.
Nel giugno 2018 un membro dello staff di Amnesty International è stato oggetto di una sofisticata campagna di sorveglianza da parte di un governo ostile al suo lavoro.
Questa persona ha ricevuto un messaggio via Whatsapp in arabo, contenente dettagli su una protesta in programma di fronte all’ambasciata saudita di Washington, seguito da un link.
Gli esperti di Amnesty International hanno concluso che, aprendo il link, si sarebbe installato Pegasus. Questo software avrebbe infettato lo smartphone, accedendo alle liste dei contatti e prendendo il controllo della videocamera e del microfono.
Nel periodo in cui il membro dello staff ha ricevuto il messaggio, Amnesty International stava svolgendo una campagna per ottenere il rilascio di sei attiviste per i diritti umani arrestate in Arabia Saudita.
Amnesty International ha verificato che nello stesso periodo un attivista per i diritti umani dell’Arabia Saudita aveva ricevuto un messaggio simile.
NSO Group ha risposto ad Amnesty International che il suo prodotto “è designato per essere usato unicamente per le indagini e la prevenzione dei reati di terrorismo” e che ogni altro uso violerebbe le sue politiche e i contratti.
Tuttavia, da ulteriori indagini condotte da Amnesty International, è emerso che il dominio del link contenuto nel messaggio appartiene a un’ampia infrastruttura di oltre 600 siti sospetti in precedenza connessi alla NSO Group. Amnesty International teme che queste operazioni di sorveglianza abbiano potuto colpire attivisti per i diritti umani in diversi paesi, tra cui Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Ungheria.
Il software Pegasus è stato usato per spiare il difensore dei diritti umani degli Emirati Arabi Uniti Ahmed Mansoor, in carcere dal marzo 2017.