Israele / Territori palestinesi occupati: sessione speciale del Consiglio Onu dei diritti umani

20 Maggio 2021

Tempo di lettura stimato: 3'

Amnesty International ha apprezzato la convocazione di una sessione speciale del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, prevista il 27 maggio, sulla situazione in progressivo deterioramento in Israele e nei Territori palestinesi occupati.

“Nel giro di poche settimane, dalla repressione delle proteste pacifiche dei palestinesi di Gerusalemme Est da parte delle forze di sicurezza israeliane si è passati a un conflitto armato in piena regola tra le forze armate israeliani e i gruppi amati palestinesi a Gaza”, ha dichiarato Kevin Whelan, rappresentante di Amnesty International presso la sede Onu di Ginevra.

“Col numero dei morti che continua a salire, a ieri oltre 230 palestinesi e 12 israeliani, è fondamentale che i responsabili delle violazioni dei diritti umani, crimini di guerra compresi, sappiano che non potranno proseguire impunemente”, ha aggiunto Whelan.

“La sessione speciale del Consiglio dei diritti umani può contribuire ad accertare tali responsabilità anche durante un cessate-il-fuoco e dopo la fine delle ostilità. Queste responsabilità comprendono gli attacchi mortali contro gli edifici civili e la deliberata distruzione di proprietà civili a Gaza da parte dell’esercito israeliano così come i lanci indiscriminati di razzi verso i centri abitati israeliani da parte dei gruppi armati palestinesi”, ha sottolineato Whelan.

“Tale sessione dovrebbe agire anche sulle cause profonde del conflitto, tra cui gli insediamenti illegali israeliani, il blocco di Gaza e gli sgomberi forzati delle famiglie palestinesi come quelle del quartier di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est occupata”, ha proseguito Whelan.

“Anche se il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riuscirà ad approvare una risoluzione, cosa resa finora impossibile dall’opposizione degli Usa, è difficile che affronterà il tema delle responsabilità. Chiediamo al Consiglio dei diritti umani di istituire, nella prossima sessione speciale, un meccanismo d’indagine che possa raccogliere e conservare le prove dei crimini di guerra e di altre violazioni dei diritti umani, a sostegno e in coordinamento con l’indagine in corso del Tribunale penale internazionale. Insieme, le due istituzioni devono fare tutto il possibile per spezzare il decennale ciclo d’impunità che determina l’attuale crisi in Israele e nei Territori palestinesi occupati”, ha concluso Whelan.