Israele/Gaza: i civili devono essere protetti

17 Novembre 2012

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L’assassinio di Ahmad al-Ja’abari, leader dell’ala militare di Hamas, compiuto il 14 novembre da Israele, pone in pericolo la popolazione civile di Gaza e del sud d’Israele, che rischia di trovarsi nuovamente nel mezzo di un conflitto armato.

Dall’8 novembre, una serie di attacchi israeliani contro Gaza ha provocato almeno 10 morti e 50 feriti tra la popolazione civile palestinese. Secondo prove raccolte da Amnesty International, almeno due di questi attacchi, l’8 e il 10 novembre, sono risultati indiscriminati e dunque in violazione del diritto internazionale umanitario.

Dal 10 novembre, i gruppi armati palestinesi hanno lanciato oltre un centinaio di razzi contro il sud d’Israele, uccidendo tre civili israeliani e ferendone almeno quattro civili. Amnesty International ha espresso la sua condanna per queste azioni che non sono dirette ad alcuno specifico obiettivo militare.

Amnesty International ha chiesto a entrambe le parti di fare un passo indietro e proteggere la vita dei civili; in particolare, ha sollecitato Israele a non compiere ulteriori attacchi indiscriminati o attacchi contro aree residenziali ad alta densità abitativa, che inevitabilmente faranno colpiranno la popolazione civile. Analogamente ha sollecitato i gruppi armati palestinesi a non lanciare razzi indiscriminati in territorio israeliano.

La comunità internazionale deve a sua volta premere sulle due parti affinché rispettino le leggi di guerra e proteggano la vita e i beni dei civili.