Israele/Libano: ‘Cessate il fuoco immediato!’

31 Luglio 2006

Tempo di lettura stimato: 6'

Israele/Libano: Amnesty International, ‘Cessate il fuoco immediato’

CS86-2006: 01/08/2006

Il devastante attacco di due giorni fa a Cana rende evidente la necessità di un immediato cessate il fuoco. Secondo Amnesty International, entrambe le parti coinvolte nel conflitto mostrano un profondo disprezzo per il diritto umanitario e i civili stanno pagando il prezzo dei crimini di guerra che vengono compiuti in maniera diffusa.

Considerata la sprezzante negazione dei fondamentali principi umanitari esibita da entrambe le parti, solo un immediato, pieno ed efficace cessate il fuoco potrà proteggere i civili coinvolti nel conflitto‘ – ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. ‘È davvero vergognoso che i governi che hanno influenza su Israele e su Hezbollah e che potrebbero contribuire a far cessare questa crisi, continuino a dare priorità a interessi politici e militari, piuttosto che a salvare la vita di civili innocenti‘.

Amnesty International chiede alla comunità internazionale di negoziare urgentemente un cessate il fuoco immediato ed efficace e di indire una riunione delle Alte parti contraenti delle Convenzioni di Ginevra, per garantire che attacchi come quello di Cana siano sottoposti a un’indagine imparziale e indipendente e che coloro che sono sospettati di crimini di guerra siano portati di fronte alla giustizia.

I ricercatori di Amnesty International in Libano, giunti a Cana poco dopo l’attacco, hanno visto i soccorritori estrarre dalle macerie corpi privi di vita di bambini e scavare freneticamente per trovare superstiti. Un sopravvissuto, Mohamed Qasem Shalhoub, incontrato da Amnesty International all’ospedale di Tiro, che nell’attacco ha perso la moglie, la madre e cinque figli di età compresa tra 2 e 11 anni, ha dichiarato che dei 17 bambini che dormivano accanto a lui, in una stanza del seminterrato del palazzo colpito, ne è sopravvissuto solo uno. Una donna rimasta illesa, che ha perso la sorella e il fratello, ha detto che la sua famiglia si era rifugiata nel palazzo da 10 giorni e che usciva durante il giorno per lavare i panni: la loro presenza doveva essere stata notata dagli aerei spia dell’aviazione israeliana che sorvolavano regolarmente la zona.

Le richieste alle parti in conflitto di rispettare le leggi di guerra e proteggere i civili sono rimaste lettera morta. Israele sta compiendo attacchi sproporzionati e mirati contro i civili e gli operatori umanitari, mentre Hezbollah continua a lanciare razzi contro i centri abitati israeliani‘ – ha accusato Khan.

Le autorità israeliane hanno affermato che a Cana Hezbollah ha volutamente usato i civili come ‘scudi umani’. Il diritto internazionale umanitario vieta espressamente il ricorso alla tattica degli ‘scudi umani’ per impedire un attacco contro obiettivi militari. Le stesse norme precisano, tuttavia, che anche se una delle parti si ripara dietro i civili, questo abuso non ‘esonera le parti in conflitto dai loro obblighi legali rispetto alla popolazione civile’.

Le notizie secondo cui Israele ha preavvisato tutti i civili residenti a sud del fiume Litani, chiedendo loro di allontanarsi dall’area, dimostrano quanto il concetto del ‘preavviso efficace’ venga distorto. Una procedura del genere, che riguarda 400.000 persone, può solo seminare il panico tra la popolazione anziché favorirne l’incolumità. Molti temono che un attacco lungo la strada sia più probabile. Altri semplicemente non sono in grado di lasciare la propria terra. In diversi casi in cui Israele aveva preavvisato la popolazione di alcuni villaggi e città del Libano meridionale, la sua aviazione ha successivamente colpito le persone che cercavano di fuggire. Inoltre, gli incessanti attacchi israeliani contro ponti e strade rendono estremamente difficile per la popolazione civile del Libano meridionale fuggire a nord dopo un preavviso israeliano.

Secondo il diritto consuetudinario, lanciare intenzionalmente un attacco sproporzionato o indiscriminato, o dirigere volutamente attacchi contro la popolazione civile od obiettivi civili, costituisce un crimine di guerra.

Il concetto di ‘zona di libero fuoco’ (*) è incompatibile col diritto umanitario. L’attacco di Cana è sintomatico del modo in cui il conflitto è stato condotto fino a oggi e indica o che Israele non sta prendendo le necessarie precauzioni per risparmiare vite civili o che ha lanciato intenzionalmente un attacco sproporzionato contro i civili‘ – ha concluso Khan.

FINE DEL COMUNICATO                                            Roma, 1 agosto 2006

(*) nella terminologia militare, si intende come una zona in cui, trascorso del tempo da un preavviso, chiunque vi si trovi viene considerato ostile e dunque un obiettivo legittimo.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it