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Accogliendo le richieste di numerose organizzazioni della società civile, tra cui Amnesty International Italia, il 7 agosto il ministero della Salute, ricevuto il parere favorevole del Consiglio superiore della sanità, ha annunciato l’aggiornamento delle linee guida di attuazione della legge 194, stabilendo che l’aborto farmacologico potrà essere effettuato fino alla nona settimana di gestazione e senza ricovero ospedaliero.
Le precedenti direttive, adottate nel 2010, indicavano tre giorni di ricovero e limitavano l’accesso ai servizi d’interruzione di gravidanza alla settima settimana.
Durante il lockdown le organizzazioni per i diritti delle donne avevano sollecitato le autorità italiane ad aggiornare le linee guida, per rendere più semplice e accessibile l’aborto farmacologico, evitare di intasare gli ospedali e superare l’ostacolo dell’elevata presenza di medici obiettori di coscienza.
Le nuove linee guida prevedono, infine, in occasione della visita di controllo, l’offerta di servizi di consulenza in materia di contraccezione.