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José Zalaquett, insigne avvocato e accademico cileno, combattente per i diritti umani, la verità e la giustizia, ci ha lasciati il 17 febbraio 2020.
Il suo impegno in favore dei diritti umani iniziò a fianco del candidato presidente Salvador Allende, nel 1970. Fece parte del primo governo Allende per poi accettare una cattedra universitaria.
Nel 1973 Augusto Pinochet guidò un violento colpo di stato militare. Durante la dittatura, fino al 1990, migliaia di persone furono arrestate, imprigionate, torturate e uccise.
Poco dopo il “golpe”, Zalaquett fondò il Comitato per la pace, che sarebbe stato universalmente conosciuto come Vicaría de la Solidaridad, per aiutare le vittime del regime militare. La Vicaría difese centinaia di detenuti e assistette le famiglie dei “desaparecidos” a presentare ricorsi per conoscere la sorte dei propri cari.
A causa del suo impegno nella Vicaría, Zalaquett venne arrestato nel 1975 e di nuovo nel 1976 e infine espulso dal Cile.
Il suo primo paese di esilio fu la Francia, poi si trasferì negli Usa dove s’iscrisse ad Amnesty International per chiedere, insieme a tanti altri cileni della diaspora, la fine della dittatura di Pinochet e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani che venivano commesse in Cile.
“Pepé”, com’era ormai soprannominato, divenne presto direttore del Comitato esecutivo internazionale di Amnesty International e poi vicesegretario generale dell’organizzazione.
Tornato in Cile, nel 1990 venne nominato membro della Commissione nazionale per la verità e la riconciliazione. Insieme ai suoi nove colleghi, scrisse un rapporto sulla sorte delle vittime del regime di Pinochet.
In questo modo divenne un’autorità rispettata a livello internazionale in materia di verità e riconciliazione, tanto che fu chiamato a fare da consulente a commissioni sui diritti umani in tre continenti.
Dal 2001 al 2005 fece parte della Commissione interamericana dei diritti umani, ricoprendone per un mandato il ruolo di presidente.
Zalaquett fece parte della Commissione internazionale di giuristi, della Commissione consultiva presidenziale sulla trasparenza e la moralità pubblica e della sezione cilena di Transparency International. Condusse missioni sui diritti umani in numerosi paesi africani, americani, mediorientali e dell’Asia sudorientale, occupandosi di questioni relative alla giustizia transizionale.
Scrisse di diritti umani infinite volte su quotidiani, riviste specializzate e opere editoriali.
Zalaquett insegnò in varie università e ricevette un dottorato onorario dall’Università di Notre Dame e dall’Università di New York.
Numerosi i riconoscimenti ricevuti, dal premio della Fondazione MacArthur al premio Unesco per l’insegnamento sui diritti umani, dal premio B’nai B’rith per i diritti umani al premio per le scienze umani e sociali del Cile.
“Josè Zalaquett è stato un grande avvocato per i diritti umani. Ci lascia un’eredità enorme. Il tempo dedicato ad Amnesty International è stato un dono per tutti noi. La sua saggezza e la sua passione di combattente per i diritti umani sono stati d’ispirazione per il nostro movimento“, ha dichiarato Sara Beamisch, presidente del Board internazionale dell’associazione.