Tempo di lettura stimato: 3'
Amnesty International ha sollecitato tutte le parti coinvolte negli scontri in corso in Kirghizistan a rispettare i diritti umani. In particolare, l’organizzazione chiede che coloro che manifestano in forma pacifica siano protetti dalla violenza delle forze di sicurezza e di altri attori non statali, che i giornalisti possano svolgere il loro lavoro senza timore di subire attacchi e che le strutture di emergenza medica siano in grado di funzionare senza interferenze.
Il 5 ottobre, al termine delle elezioni presidenziali, numerose persone sono scese in strada in modo per lo più pacifico nella capitale Bishkek e poi a Talas, Naryn e Osh per protestare contro quelle che hanno definito elezioni truccate. Le forze di polizia sono intervenute usando cannoni ad acqua, pallottole di gomma, gas lacrimogeni e granate assordanti e vi sono stati episodi di violenza anche da parte dei manifestanti. Una persona è morta in circostanze ancora da chiarire.
Secondo il ministero della Salute, gli ospedali hanno prestato cure a 686 feriti, tra cui diversi giornalisti. Il 6 ottobre il Comitato per la protezione dei giornalisti ha denunciato sei attacchi nei confronti di giornalisti che stavano svolgendo il loro lavoro.
Durante la notte tra il 5 e il 6 ottobre i manifestanti hanno occupato il parlamento e gli studi della principale emittente televisiva. Il primo ministro, il presidente del Parlamento e altri rappresentanti istituzionali hanno rassegnato le dimissioni, mentre il presidente della Repubblica Jeenbekov è rimasto in carica. I manifestanti hanno anche liberato alcuni prigionieri tra cui l’ex presidente Atambayev, che a giugno era stato condannato a 11 anni e due mesi per corruzione.
Il 6 ottobre la presidente della Commissione elettorale centrale ha annunciato di aver annullato il risultato delle elezioni.
A partire da quel giorno sono entrati in scena vari attori non statali: due autoproclamati Comitati di coordinamento hanno dichiarato di aver preso il controllo della situazione e sono state costituite le Pattuglie di cittadini volontari a sostegno delle forze di polizia.
L’8 ottobre il ministro della Salute ha espresso preoccupazione per una serie di attacchi alle strutture di emergenza medica e per il sequestro di ambulanze da parte dei manifestanti. Il ministro ha anche denunciato la mancata osservanza delle misure di contrasto alla pandemia da Covid-19. Quel giorno il numero di casi positivi è saluto a 245, contro i 53 casi di metà settembre.