Kirghizistan, iniziano i processi per le violenze di giugno

7 Settembre 2010

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Amnesty International ha chiesto alle autorità del Kirghizistan di garantire un processo equo a sette uomini e una donna di etnia uzbeca, accusati di aver ucciso un poliziotto nel corso delle violenze di massa scoppiate a giugno nel sud del paese. Il processo è iniziato il 2 settembre nella città di Massi, in un clima di grande tensione, nel quale gli imputati sono stati aggrediti e, probabilmente, picchiati in carcere.

Tra gli otto imputati, che devono rispondere anche delle accuse di ‘incitamento all’odio etnico’ e ‘organizzazione di disordini pubblici’, c’è anche Azmizhan Askarov, direttore dell’organizzazione per i diritti umani Vozdukh. Prima di essere arrestato il 15 giugno, Askarov aveva filmato e fotografato omicidi, saccheggi e incendi provocati da banda armate kirghizo.

Scoppiati intorno al 13 giugno, gli scontri tra gruppi di etnia kirghiza e uzbeca nel sud del paese hanno provocato centinaia di morti e migliaia di feriti e hanno costretto alla fuga circa 400.000 persone, 75.000 delle quali sono ancora senzatetto.