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Oggi presso il Senato della Repubblica a Roma, si è tenuta la conferenza stampa intitolata “Cosa è successo a Enrico Lombardo?”, organizzata da Amnesty International Italia e A Buon Diritto in collaborazione con la famiglia di Enrico Lombardo e con la senatrice Ilaria Cucchi.
Durante la conferenza si è parlato della vicenda di Lombardo, morto il 27 ottobre 2019 a Spadafora, in provincia di Messina, durante un fermo dei carabinieri.
L’inchiesta della Procura di Messina ha visto indagati tre sanitari e un carabiniere: il carabiniere che immobilizzò l’uomo quella notte deve rispondere dell’accusa di morte come conseguenza di altro delitto; a un medico e due soccorritori del 118 è stato contestato l’omicidio colposo.
Per due volte la Procura ha chiesto l’archiviazione delle indagini, ma il legale della famiglia Galeani – composta dall’ex moglie di Enrico Lombardo, Alessandra Galeani, e dalla figlia Erika Lombardo – ha presentato ricorso in entrambe le occasioni. La seconda richiesta di archiviazione è stata avanzata a luglio 2022. La famiglia di Lombardo si è opposta all’archiviazione facendo ricorso per Cassazione, chiedendo ulteriori indagini su alcuni elementi, che fino ad ora non sono stati presi in considerazione.
La Cassazione ha dichiarato ammissibile l’opposizione all’archiviazione portata avanti dal legale della famiglia Galeani e il 23 giugno si riunirà per esprimersi nel merito, decidendo se le indagini dovranno proseguire.
“Desidero ringraziare le associazioni che oggi sono qui e che si adoperano con impegno e dedizione per tutelare i nostri diritti. Sono consapevole dell’importanza del loro lavoro e della loro determinazione. In particolare, mi rivolgo alla famiglia e alla figlia di Enrico Lombardo, per far loro sapere che non sono soli. La mia storia deve servire da esempio e non rimanere fine a se stessa anche per tutti coloro che, come noi, cercano giustizia e verità”, ha dichiarato la senatrice Ilaria Cucchi.
I rappresentanti delle due organizzazioni, impegnate nella difesa dei diritti umani, hanno espresso il loro sostegno alla famiglia di Enrico Lombardo e hanno voluto riportare l’attenzione sulla vicenda, di cui poco si è parlato finora.
Laura Renzi, campaign manager di Amnesty International Italia, ha ricordato: “Continuiamo a confrontarci con queste tragiche storie di persone morte mentre erano nelle mani di funzionari dello Stato e ogni volta, anziché collaborare alla ricerca della verità e della giustizia, si cerca di insabbiare o di fare finta che non sia successo niente. Da anni chiediamo, tra le altre cose, di rivedere le manovre di immobilizzazione condotte dalle forze di polizia durante i fermi, ma finora non c’è stata alcuna risposta”.
Camilla Siliotti, responsabile comunicazione di A Buon Diritto, ha dichiarato: “Ancora una volta, come troppo spesso abbiamo visto negli anni, per evitare che su una vicenda che coinvolge le forze di polizia cali il silenzio bisogna appellarsi alla tenacia dei familiari delle vittime. Restano ancora molti punti da chiarire nella storia di Enrico Lombardo: ci auguriamo che le indagini proseguano, in modo che si possa accertare la verità e avere giustizia”.
Il 23 giugno alle ore 10, di fronte alla Cassazione a Roma, si terrà un presidio in attesa della decisione della Corte.