La Bielorussia deve fermare il giro di vite sull’opposizione

21 Dicembre 2010

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Amnesty International ha condannato la violenta dispersione di una manifestazione in gran parte pacifica seguita alle elezioni presidenziali viziate da irregolarità, che si sono svolte domenica 19 dicembre in Bielorussia.

In quello che sembra essere un giro di vite sull’opposizione, sette dei nove canditati presidenziali dell’opposizione sono stati arrestati insieme a 500 manifestanti pacifici, attivisti dell’opposizione, difensori dei diritti umani e giornalisti, molti dei quali picchiati dalla polizia antisommossa.

Nelle prime ore del 20 dicembre il ministro dell’Interno, Anatoly Kuleshov, ha dichiarato che gli attivisti erano stati accusati di aver organizzato una manifestazione non autorizzata e rischiano fino a 15 anni di carcere. Secondo un’organizzazione non governativa locale quest’accusa ha colpito 14 persone, comprese cinque ex candidati alla presidenza.

Dopo l’annuncio della rielezione, per la quarta volta, del presidente in carica Alyaksandr Lukashenka, più di  20.000 persone si sono riunite nel centro della capitale Minsk per protestare contro i brogli elettorali e mostrare il loro sostegno ai candidati dell’opposizione.

I manifestanti si sono diretti verso il palazzo del parlamento senza che la polizia li ostacolasse e lì si sono riuniti pacificamente. Quando un gruppo di giovani uomini armati di bastone e col volto coperto ha incitato la folla ad assaltare il palazzo, la polizia ha cercato di disperdere tutti i manifestanti. Gli uomini armati hanno distrutto porte e finestre del palazzo del parlamento.

Secondo testimoni oculari, i leader dell’opposizione hanno esortato i manifestanti a rimanere tranquilli. Hanno inoltre riferito che la polizia ha colpito con bastoni manifestanti e giornalisti.

La giornalista  Iryna Khalip stava portando in ospedale il marito, il candidato presidenziale Andrei Sannikov, ferito dalla polizia antisommossa, quando la sua macchina è stata fermata lei e il marito sono stati trascinati fuori e arrestati. La donna è riuscita a raccontare a un’emittente radiofonica russa che la polizia la stava colpendo sul volto prima che il suo telefono venisse bloccato.

Un gruppo di manifestanti accompagnati da giornalisti, compreso un corrispondente del New York Times, e guidato dal candidato presidenziale Vladimir Neklyaev, è stato bloccato da una pattuglia mentre cercava di unirsi alla manifestazione. Dopo aver tentato di spingere la vettura fuori strada molti di loro sono stati picchiati. Vladimir Neklyaev è stato ferito alla testa ed è andato in ospedale per farsi curare, ma degli agenti di polizia lo hanno prelevato con la forza e arrestato.

Le sedi dei partiti di opposizione, di attivisti per i diritti umani e di agenzie di stampa sono state perquisite tutta la notte e attivisti della società civile sono stati arrestati.

Amnesty International ha chiesto alle autorità bielorusse di indagare su tutte le accuse di uso sproporzionato della forza da parte della polizia antisommossa e di rilasciare immediatamente coloro che sono stati arrestati per aver partecipato pacificamente alla protesta. Questi, se condannati, saranno considerati prigionieri di coscienza.

Leggi il comunicato stampa ‘Belarus urged to stop clampdown on opposition’