La Cina deve arrestare il presidente sudanese al Bashir

17 Giugno 2011

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Il governo cinese deve immediatamente ritirare l’invito al presidente sudanese Omar al-Bashir o arrestarlo se si presenta a Pechino, qualora la visita dal 27 al 30 giugno verrà confermata.

La Corte penale internazionale ha emesso due mandati di cattura nei confronti del presidente al-Bashir, per genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella regione sudanese del Darfur. I due mandati, emessi nel 2009 e nel 2010, imputano ad al-Bashir 10 distinte fattispecie di reato, tra cui omicidio, sterminio, trasferimento forzato di popolazione, tortura e stupro.

Se la Cina darà il benvenuto ad al-Bashir, il suo territorio diventerà un riparo sicuro per coloro che sono sospettati di genocidio e migliaia di vittime di violazioni dei diritti umani considereranno questo paese complice di crimini di diritto internazionale. Piuttosto, le autorità cinesi dovrebbero impedire ad al-Bashir di entrare nel suo territorio o, in caso contrario, arrestarlo‘ – ha dichiarato Catherine Baber, vicedirettrice del Programma Asia e Pacifico di Amnesty International.

Sebbene non sia stato parte dello Statuto della Corte penale internazionale, la Cina è membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che nel 2005 ha deciso di riferire la situazione del Darfur a partire dal 1° luglio 2002 al procuratore della Corte. La risoluzione adottata all’epoca, cui la Cina avrebbe potuto opporre il veto, sollecita tutti gli stati a fornire piena cooperazione alla Corte.