La Commissione europea non ha garantito i diritti umani alla frontiera croata

24 Febbraio 2022

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Un’indagine della Ombudswoman dell’Unione europea, che ha il compito di supervisionare in modo indipendente l’operato degli organi comunitari, ha concluso che la Commissione europea non ha garantito il rispetto dei diritti umani fondamentali nelle operazioni finanziate dall’Unione europea condotte dal 2018 dalla polizia di frontiera della Croazia.

La polizia croata si è resa responsabile di numerose violazioni dei diritti umani di migranti e richiedenti asilo, tra cui pestaggi e torture.

La Ombudswoman ha stigmatizzato che un meccanismo per monitorare i diritti umani in Croazia sia stato istituito solo nell’estate del 2021, mentre sin dal 2018 la Commissione europea erogava finanziamenti di “emergenza” alla polizia croata.

Questo meccanismo, peraltro, a giudizio di Amnesty International non è indipendente né efficace. Il suo primo rapporto, del dicembre 2021, che accusava la polizia croata di aver “illegalmente respinto migranti in Bosnia Erzegovina”, è stato rapidamente ritirato e sostituito con una versione annacquata che non faceva riferimento alle violazioni dei diritti umani da parte croata.

La Ombudswoman ha chiesto alla Commissione europea di supervisionare più attivamente l’operato del meccanismo di monitoraggio e di pretendere dalla Croazia informazioni concrete e verificabili sulle iniziative assunte per indagare sulle denunce di espulsioni collettive e maltrattamenti di migranti e richiedenti asilo.