Maxima Acuna
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La Corte suprema peruviana pone fine alla campagna di criminalizzazione contro la difensora dei diritti umani Máxima Acuña Atalaya
Il 2 maggio la Corte suprema del Perù ha finalmente fermato il procedimento giudiziario per “invasione di terreni” nei confronti della difensora dei diritti umani Máxima Acuña Atalaya. Per Amnesty International, si tratta di una sentenza fondamentale per i difensori dell’ambiente del paese sudamericano.
Il massimo organo giudiziario peruviano ha stabilito che, dopo quasi cinque anni di accuse infondate, non c’è alcuna ragione per proseguire il processo nei confronti di Máxima Acuña Atalaya.
“In Perù molti difensori dell’ambiente sono stati incriminati per accuse infondate, con l’unico obiettivo di impedire loro di portare avanti le loro legittime attività in difesa dei diritti umani, fiaccare la loro resistenza fisica e morale, azzerare le loro limitate risorse e additarli all’opinione pubblica come criminali. Ora è fondamentale che le autorità peruviane adottino misure efficaci per impedire che il sistema giudiziario sia utilizzato per intimidire e perseguitare i difensori dei diritti umani“, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International.
Il 14 febbraio di quest’anno una delegazione di Amnesty International ha incontrato Máxima Acuña Atalaya per consegnarle oltre 150.000 messaggi di sostegno e solidarietà raccolti in ogni parte del mondo e per chiedere al governo peruviano di proteggerla da attacchi, rappresaglie e intimidazioni.
Lo stesso giorno, Máxima Acuña Atalaya ha ricevuto la visita del ministro della Giustizia e dei Diritti umani che le ha confermato l’attuazione delle misure precauzionali decise in suo favore dalla Corte interamericana dei diritti umani.
Tra il 2011 e il 2014 Máxima Acuña Atalaya ha denunciato numerosi attacchi, minacce e tentativi di sgombero da parte della Polizia nazionale peruviana.
Ulteriori informazioni
Nonostante l’assenza di prove sin dall’inizio delle indagini, dal 2011 la procura generale del Perù si è ostinata a portare Máxima Acuña Atalaya in giudizio. Contemporaneamente, tra il 2015 e il 2016 la compagnia mineraria Yanacocha ha svolto una campagna diffamatoria nei suoi confronti, descrivendola come una “occupante abusiva”.