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In occasione delle prime autentiche politiche elezioni dalla ‘rivoluzione delle rose’ di nove anni fa, la Georgia si reca alle urne in un clima di forte polarizzazione e di violazioni dei diritti umani, ancora scosso dallo scandalo delle immagini delle torture praticate in una prigione della capitale Tbilisi e trasmesse in televisione il 18 settembre.
‘Mentre la coalizione Sogno georgiano ha potuto bene o male far conoscere il suo programma agli elettori, molti dei suoi sostenitori sono stati multati, licenziati, minacciati o arrestati solo per aver espresso le loro opinioni politiche’ – ha dichiarato Natalia Nozadze, esperta di Amnesty International sulla Georgia.
‘In un clima politico estremamente acceso, funzionari pubblici legati al Movimento nazionale unito, il partito al potere, hanno a volte abusato del loro ruolo istituzionale per limitare la libertà di riunione, di espressione e di associazione dei sostenitori dell’opposizione’.
Per la prima volta dalla ‘rivoluzione delle rose’, la coalizione Sogno georgiano guidata dal miliardario Bidzina Ivanishvili, pone una concreta sfida al dominio del Movimento nazionale unito, il partito del presidente Mikheil Saakashvili.
Sulla base degli emendamenti costituzionali approvati nel 2010, il parlamento della Georgia, dopo le elezioni presidenziali del 2013, sceglierà un primo ministro e formerà un governo che avrà maggiori poteri all’esecutivo di nomina presidenziale.