La Libia deve consentire all’Unhcr di tornare nel paese

9 Giugno 2010

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(9 giugno 2010)

Amnesty International ha espresso profondo rammarico per la decisione delle autorità libiche di espellere l’Unhcr dal paese, lasciando così migliaia di rifugiati e richiedenti asilo senza alcuna protezione. L’organizzazione per i diritti umani chiede al leader libico Mu’ammar al-Gheddafi di annullare la decisione, di consentire all’Unhcr di operare in Libia e di firmare un accordo di sede con l’agenzia.

La comunicazione da parte dell’Unhcr, l’8 giugno, che le autorità libiche avevano ordinato all’agenzia di lasciare il paese sottolinea l’urgenza di affrontare le preoccupazioni in relazione al trattamento dei rifugiati, richiedenti asilo e migranti in Libia. I tempi non avrebbero potuto essere più significativi di così, visto che sono in corso negoziati tra la Libia e l’Unione europea (Ue) sulla cooperazione bilaterale in diversi campi, compreso il controllo dell’immigrazione irregolare. Gli stati membri dell’Ue, in particolare l’Italia, hanno richiesto l’assistenza della Libia nel tentativo di ridurre il flusso di arrivi di richiedenti asilo e migranti.

L’Uhncr è presente in Libia dal 1991, ma ha operato senza un formale accordo di sede; questo ha pregiudicato la capacità dell’agenzia di portare avanti il suo lavoro di protezione dei rifugiati. In assenza di un sistema di asilo in Libia, l’Unhcr ha avuto un ruolo essenziale nel condurre interviste per la determinazione dello status di rifugiato. A partire da  gennaio 2010, 8951 rifugiati e 3689 richiedenti asilo nel paese sono stati registrati con l’Unhcr.

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