@Matteo Nardone
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LA MANUTENZIONE DELLA NOSTRA UMANITÀ
a cura di Francesca Corbo, ufficio del portavoce
Il 13 luglio abbiamo consegnato ad Ascanio Celestini il premio Arte e diritti umani 2022 di Amnesty International Italia, all’interno del Villa Ada Festival, a Roma, perché “con la sua continua e costante attenzione al mondo, alle persone, ai diritti, è diventato la voce di chi non ne ha”.
Cosa vuol dire per te ricevere questo premio?
Grazie Amnesty. Sempre più ci rendiamo conto che tutti siamo chiamati a intervenire, ad agire politicamente, spesso fuori da quelle che sono delle organizzazioni classiche. Mi sembra che sempre più i diritti vengano messi in secondo piano. Fino a qualche anno fa, pensavamo di essere noi occidentali i portatori dei grandi diritti universali. E poi gli antropologi ci hanno spiegato che i diritti, quelli che noi chiamiamo diritti umani, sono i diritti occidentali, che non soltanto tutelano soprattutto noi, ma spesso fanno sì che non ci accorgiamo di quello che altri chiederebbero e che costringiamo tutti a vivere come vogliamo vivere noi. E, sempre di più, questi diritti riguardano soltanto noi, e certe volte neanche noi. Il caso di Giulio Regeni, per esempio: anche rispetto ai diritti di un occidentale, di un italiano, noi abbiamo delle questioni più importanti, come il gas, il petrolio, che non ci permettono di utilizzare le relazioni internazionali. Credo che tutti quanti noi siamo chiamati a intervenire. Ognuno come può.