La Russia faccia cadere l”assurda e dannosa’ accusa di pirateria contro gli attivisti di Greenpeace

2 Ottobre 2013

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L’accusa di pirateria mossa in Russia contro attivisti del gruppo ambientalista internazionale Greenpeace è assurda e dannosa rispetto allo stato di diritto e deve essere fatta cadere immediatamente, ha dichiarato Amnesty International.

‘Queste assurde accuse di pirateria contro attivisti che pare fossero impegnati in una protesta pacifica sono completamente infondate. Mettono in ridicolo il sistema giudiziario russo e devono essere fatte cadere immediatamente’ – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.

‘Le autorità russe hanno chiaramente deciso di fare del caso degli attivisti di Greenpeace un esempio per scoraggiare simili proteste in futuro. Purtroppo questo è in linea con l’atteggiamento delle autorità russe nei confronti delle proteste più in generale.

‘Se ci dovesse essere una qualunque ragionevole condizione per muovere ulteriori accuse contro attivisti e membri dell’equipaggio dell’Artic Sunrise, questi dovranno essere prontamente informati e rilasciati. Ogni condizione imposta alla loro libertà deve essere ragionevole. Ogni accusa sollevata dovrebbe essere coerente con il diritto internazionale e le leggi russe e non deve essere sproporzionata rispetto alle azioni di questi attivisti, che erano impegnati in proteste pacifiche’.

Le persone ufficialmente accusate oggi facevano parte del gruppo dei 30 attivisti di varie nazionalità e che sono stati violentemente detenuti il 19 settembre, quando le forze di sicurezza russe avevano abbordato la loro nave, l’Arctic Sunrise, nel mar di Pechora, al largo della costa nordica della Russia.

Secondo Greenpeace, tra loro ci sono: il cameraman russo Roman Dolgov, il video grafico freelance Kieron Bryan (Regno Unito), e gli attivisti di Greenpeace Sini Saarela (Finlandia), Dima Litvinov (Svezia/Usa), Ana Paula Alminhana Maciel (Brasile), Anthony Perrett (Regno Unito), Camila Speziale (Argentina), Faiza Oulahsen (Olanda), Mannes Ubels (Olanda), Tomaz Dziemianczuk (Polonia) e un membro dell’equipaggio ucraino. L’indagine di ‘pirateria’ nei confronti degli altri membri dell’equipaggio è in corso e una decisione formale sui loro casi è attesa presto.

FINE DEL COMUNICATO                              Roma, 3 ottobre 2013

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