Foto di Iuventa Crew
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“Alcuni di voi erano in Sicilia con noi un anno fa, a festeggiare quando siamo usciti dal tribunale per l’ultima volta. Ma tutti voi ci avete sostenuto per anni prima di allora. Avete instancabilmente fatto vostra la nostra battaglia. Questo è stato un fattore importante, di cui ci siamo sempre resi conto: noi siamo gli imputati, ma non siamo soli. Ci sono persone al nostro fianco. E questo ci ha dato energia e forza. La solidarietà è una cosa davvero grande! Speriamo che abbiate sempre abbastanza rabbia e amore in voi per continuare a gridare forte: solidarietà e resistenza!”, l’equipaggio della nave Iuventa
Tra il 2016 e il 2017 l’equipaggio della nave Iuventa, della Ong tedesca Jugend Rettet, contribuisce a soccorrere oltre 14 mila persone in pericolo nel Mediterraneo.
Ad agosto 2017 la procura di Trapani sequestra la nave e mette sotto inchiesta 10 persone dell’equipaggio con l’accusa di “favoreggiamento dell’immigrazione irregolare”, sulla base dell’articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione.
Le indagini durano cinque anni e sono caratterizzate da intercettazioni illegittime di conversazioni di giornalisti e legali, suscitando preoccupazioni sulle violazioni delle norme nazionali e internazionali che tutelano fonti giornalistiche e comunicazioni tra avvocati e assistiti.
A gennaio 2021, cadono le accuse per sei persone dell’equipaggio, ma vengono confermate per quattro: Kathrine Schmidt, Dariush Beigui, Sascha Girke e Uli Tröder, protagonisti, loro malgrado, del primo procedimento giudiziario italiano contro una Ong di ricerca e soccorso.
Amnesty International Italia esprime da subito la propria contrarietà alle indagini e all’avvio di un processo che si profila come un attacco alla solidarietà. Per questo chiede di seguire il processo, impostando una strategia di contenzioso strategico sviluppata in sinergia con gli avvocati difensori dell’equipaggio, con gli stessi imputati e con altre realtà, come lo European center for constitutional and human rights, che formeranno poi il gruppo di osservazione internazionale.
L’autorizzazione all’osservazione in aula arriva solo a dicembre 2023: un precedente importante in Italia e, seppur in ritardo a causa dell’opposizione iniziale della pubblica accusa, una decisione positiva della corte, che stabilisce anche la necessità di interpreti aggiuntivi.
Amnesty International Italia segue ogni udienza del processo, osservandone ogni fase, comunicando prontamente gli accadimenti e manifestando concretamente il proprio sostegno alle persone imputate.
Kathrine Schmidt, Dariush Beigui, Sascha Girke e Uli Tröder hanno agito volontariamente per soccorrere vite umane in pericolo nel mar Mediterraneo. Le indagini e il processo hanno stravolto le vite di questi giovani difensori dei diritti umani, criminalizzati per aver portato avanti azioni di solidarietà.
Il 19 aprile, al termine di un procedimento durato complessivamente sette anni, la corte emette la sentenza di non luogo a procedere e il giudice dichiara che il fatto non sussiste. Come abbiamo sempre sostenuto, la solidarietà non è un reato.