La vicenda di Djokovic ha messo in luce le vergognose politiche australiane sui rifugiati

11 Gennaio 2022

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In riferimento alla vicenda del tennista Novak Djokovic, il cui appello contro la decisione del governo australiano di cancellare il suo visto d’ingresso è stato accolto da un giudice, il consulente di Amnesty International Australia sui diritti dei rifugiati, Graham Thom, ha diffuso questo commento:

“Djokovic ha avuto un piccolo assaggio di quello che i rifugiati vivono da anni a causa delle vergognose politiche del governo australiano. Se qualcosa di positivo è derivato da questa vicenda è aver acceso i riflettori su una situazione disperata, che viola il diritto internazionale e che produce sofferenza e la morte di persone il cui unico ‘reato’ è quello di aver cercato riparo sulle coste dell’Australia”.

“Che si trovino in Australia nei cosiddetti ‘centri alternativi di detenzione’ oppure sull’isola di Nauru, le persone intrappolate a tempo indefinito in questo sistema brutale stanno soffrendo: non possono lavorare, mandare i loro figli a scuola, praticare i loro sport preferiti, accedere alle cure mediche, immaginare il loro futuro. L’esperienza della detenzione ha prodotto traumi e malattie”.

“Si tratta di persone fuggite da alcuni dei luoghi più pericolosi del mondo. Hanno diritto alla libertà, alla sicurezza e a un futuro migliore. Hanno bisogno del nostro aiuto. Non possiamo più restare a guardare mentre i politici girano le spalle alla loro sofferenza”.

“Esistono altre opzioni. Amnesty International è riuscita a far accogliere alcune di queste persone in Svizzera e in Canada e ha contribuito ad altri reinsediamenti negli Usa. La Nuova Zelanda, negli ultimi cinque anni, ha messo a disposizione 150 posti all’anno per i rifugiati. Chiediamo al primo ministro Scott Morrison di porre fine a questo sistema iniquo, accettare l’offerta della Nuova Zelanda e consentire finalmente a queste persone di ricostruire le loro vite”.

Ulteriori informazioni

A partire dal 2012, il governo australiano ha trasferito coloro che arrivavano via mare in centri di detenzione collocati negli stati di Nauru e Papua Nuova Guinea, col duplice obiettivo di punire coloro che cercavano protezione e di scongiurare altri arrivi.

Nel “centro alternativo di detenzione” del Park Hotel di Melbourne si trovano attualmente 40 rifugiati.

La maggior parte delle persone trattenute in questi centri proviene da Papua Nuova Guinea e Nauru, da dove è stata evacuata urgentemente per motivi di salute.

Non c’è una chiara spiegazione del perché queste persone continuino a rimanere nei “centri alternativi di detenzione”, così come non viene spiegato perché altre ne escono.