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Il 2 novembre 2022, dopo una settimana di negoziati seguiti a due anni di conflitto, il governo dell’Etiopia e il Fronte popolare di liberazione del Tigray hanno firmato un accordo di pace.
Il conflitto scoppiato nel novembre 2020 ha causato lo sfollamento di milioni di civili e l’uccisione di migliaia di persone per motivi etnici. La regione del Tigray è stata a lungo isolata dal mondo esterno e milioni di suoi abitanti non hanno avuto accesso agli aiuti umanitari.
“L’accordo di pace è un passo nella giusta direzione anche se occorrerà fare altro per accertare le responsabilità dei crimini commessi negli ultimi 24 mesi. Tutte le parti in conflitto hanno commesso violenze indicibili tra cui esecuzioni extragiudiziali e stupri di guerra, che non possono essere nascoste sotto il tappeto”, ha dichiarato Muleya Mwananyanda, direttrice di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale.
“Al momento l’accordo non prevede un chiaro percorso verso l’accertamento delle responsabilità per i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità e non affronta il tema dell’impunità, che potrebbe dar luogo a ulteriori violazioni dei diritti umani”, ha aggiunto Mwananyanda.
“Per assicurare giustizia alle vittime delle atrocità e ai sopravvissuti, le autorità dell’Etiopia dovranno consentire pieno accesso nel paese alla Commissione internazionale di esperti in materia di diritti umani, istituita dalle Nazioni Unite. Dovranno inoltre aprire corridoi umanitari affinché le migliaia di persone a rischio di carestia e bisognose di cure mediche urgenti possano ricevere l’assistenza necessaria”, ha concluso Mwananyanda.