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Il senatore Luigi Manconi, presidente di A buon diritto, e i presidenti di Amnesty International Italia e di Antigone, Antonio Marchesi e Patrizio Gonnella, hanno rivolto questo appello pubblico al presidente del Consiglio Matteo Renzi:
“Tra pochi giorni, il 3 settembre, saranno trascorsi sette mesi dalla tragica morte di Giulio Regeni. In un’intervista rilasciata a Riccardo Iacona (Presa diretta, lunedì 29 agosto) Paola Regeni, madre del ricercatore italiano rapito, torturato e ucciso al Cairo, ha affermato: ‘È importante che il nuovo ambasciatore Cantini, non scenda al Cairo: non dobbiamo dare questa immagine distensiva’.
Condividiamo la sua preoccupazione. Il ritorno in Egitto di un nostro ambasciatore sarebbe infatti inteso dalle autorità egiziane come una segnale della volontà di ristabilire normali rapporti politico-diplomatici tra i due paesi. Riteniamo che ciò sarebbe particolarmente inopportuno alla vigilia del nuovo previsto incontro tra investigatori italiani ed egiziani in calendario per l’8 e 9 settembre.
L’8 aprile scorso il governo ha richiamato a Roma l’ambasciatore italiano in Egitto, Maurizio Massari ‘per consultazioni’. Poi, nelle settimane successive, Massari è stato chiamato ad altro incarico ed è stato sostituito da Giampaolo Cantini. Ma quest’ultimo non ha ancora preso servizio presso l’ambasciata italiana al Cairo e resta, per così dire, ‘richiamato’ in Italia senza che ancora sia stato chiesto al governo egiziano il gradimento sul suo nome.
Noi pensiamo che così la situazione debba rimanere per ora. E che il richiamo in Italia dell’ambasciatore rappresenti un primo ed elementare provvedimento da cui non recedere e da rafforzare, piuttosto, con altre e più incisive misure. Insomma, non può essere consentita una sorta di ‘distensione’ tra i due paesi mentre, da parte delle istituzioni politiche e giudiziarie egiziane, nulla viene fatto per far progredire la ricerca della verità sull’assassino del nostro connazionale.
Di conseguenza, il richiamo dell’ambasciatore va inteso come premessa di altre iniziative di pressione nei confronti del regime egiziano.
Perché, questo è il punto, il governo italiano finora non ha assunto alcun altro provvedimento efficace: e dalle autorità di quel paese sono giunte costanti e spesso oltraggiose affermazioni false, ostinati silenzi e vere e proprie forme di depistaggio.
Dunque, senza risposte adeguate e veritiere e senza atti di concreta cooperazione con le istituzioni italiane, non ha alcun senso e alcuna utilità che l’ambasciatore Cantini si insedi nell’ambasciata italiana al Cairo“.