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In relazione a quanto riportato dal quotidiano russo Novaya Gazeta, secondo il quale le forze di sicurezza della Cecenia hanno ucciso 27 persone nella notte del 26 gennaio 2017, Denis Krivosheev, vicedirettore di Amnesty International per l’Europa e l’Asia centrale, ha dichiarato:
“Queste accuse provengono da una fonte credibile e, orrende come sono, appaiono totalmente plausibili per la Cecenia, dove le autorità godono di completa impunità per le violazioni dei diritti umani.”
“Amnesty International documenta da molti anni la pratica di esecuzioni extragiudiziali in Cecenia e altrove nel Caucaso settentrionale e queste accuse sono coerenti con le nostre precedenti conclusioni. Si deve indagare immediatamente e se risulteranno fondate, tutti i responsabili dovranno essere portati davanti alla giustizia.”
“Inoltre, si deve condurre un’indagine esauriente e approfondita sulle accuse di detenzione segreta, tortura e altri maltrattamenti ai danni di oltre 100 uomini sospettati di essere omosessuali in Cecenia nel mese di aprile.”
“Non si può permettere alle forze di sicurezza di farla franca con la tortura e gli omicidi solo perché portano il distintivo dello stato”.
Ulteriori informazioni
Il 9 luglio Novaya Gazeta, citando due fonti di alto livello in Cecenia, ha riferito che decine di persone sono state illegalmente detenute in tutta la repubblica russa di Cecenia durante incursioni iniziate senza preavviso a metà dicembre 2016. Secondo quanto riportato, ventisette di loro sono state uccise nella notte del 26 gennaio senza essere formalmente arrestate.
Secondo Novaya Gazeta, che ha pubblicato una serie di articoli sulla persecuzione di persone omosessuali in Cecenia, queste esecuzioni non sono legate alla campagna anti-omosessuali della Cecenia. Si ritiene che gli arresti di massa siano stati innescati dall’uccisione di un poliziotto avvenuta il 16 dicembre 2016.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 10 luglio 2017
Per interviste:
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