Le minacce e gli attacchi informatici non impediranno alle donne saudite di guidare

24 Ottobre 2013

Tempo di lettura stimato: 2'

Nonostante l’attacco informatico al sito www.oct26driving.com  e le ripetute minacce ricevute dalle autorità, le attiviste saudite sono ancora intenzionate a sfidare il divieto di guidare, sabato 26 ottobre.

Nelle prime ore di oggi il sito dell’iniziativa ha subito un attacco, preceduto dalla dichiarazione di un portavoce del ministro dell’Interno che ribadiva l’impegno a far rispettare il divieto di guida per le donne.

‘Le autorità saudite usano l’alibi per cui l’intera società è favorevole al divieto di guida per le donne e sostengono che la legge non le discrimina. Allo stesso tempo, continuano a minacciare e intimidire le attiviste’ – ha dichiarato Said Boumedouha, direttore ad interim del Programma Medio Oriente e Africal del Nord di Amnesty International.

‘Le attiviste ricevono minacce telefoniche e online, vengono arrestate, si vedono vietare i viaggi all’estero, sono costrette a sottoscrivere documenti in cui dichiarano che non guideranno e sono discreditate dai mezzi d’informazione di stato’ – ha aggiunto Boumedouha.

‘Per due volte, questa settimana, il ministero dell’Interno ha ribadito il sostegno delle autorità nei confronti del divieto di guidare. Questo divieto e le tattiche intimidatorie impiegate in questi giorni per farlo rispettare non sono al passo coi tempi moderni e sono l’esempio di una più ampia discriminazione che stronca la libertà delle donne e imbratta la reputazione della monarchia saudita’ – ha concluso Boumedouha.

L’Arabia Saudita è l’unico paese al mondo in cui le donne non possono guidare. Sebbene il divieto non sia contenuto in alcuna legge, nel 1990 un decreto ministeriale formalizzò una consuetudine e da allora le donne che hanno tentato di infrangerlo sono andate incontro agli arresti.