Le nostre richieste al Consiglio affari esteri dell’Unione europea

22 Gennaio 2024

© Mohamed Abed/AFP via Getty Images

Tempo di lettura stimato: 4'

In occasione della riunione del Consiglio affari esteri dell’Unione europea del 22 gennaio, Amnesty International ha presentato all’Alto rappresentante Josep Borell Fontelles e ai ministri degli Affari esteri degli stati membri le seguenti richieste:

1. Chiedere pubblicamente un cessate il fuoco immediato e duraturo, da parte di tutti gli attori in conflitto, nella Striscia di Gaza occupata e in Israele. Questa è l’unica strada per salvare vite umane, affrontare la crisi umanitaria e facilitare il ritorno in libertà degli ostaggi civili attualmente detenuti a Gaza.

2. Esercitare pressioni pubbliche su Israele affinché ponga immediatamente fine al suo blocco illegale contro la Striscia di Gaza e assicuri l’accesso adeguato per tutti gli abitanti a cibo, acqua, carburante, forniture mediche, aiuti umanitari, elettricità e comunicazioni.

3. Continuare a chiedere ad Hamas e agli altri gruppi armati palestinesi di liberare immediatamente e senza condizioni tutti gli ostaggi civili e assicurare che siano trattati umanamente secondo le norme del diritto internazionale.

4. Chiedere a Israele di scarcerare tutti i palestinesi arrestati arbitrariamente e sottoposti a sparizione forzata. Tutte le persone private della loro libertà devono essere trattate umanamente in ogni circostanza.

5. Impegnarsi a sostenere la valutazione indipendente, da parte della Corte internazionale di giustizia, del ricorso del Sudafrica e la richiesta, da parte di questo stato, di misure provvisorie.

6. Denunciare pubblicamente le violazioni delle norme del diritto internazionale umanitario commesse da tutte le parti in conflitto, come gli attacchi diretti contro civili e obiettivi civili, gli attacchi indiscriminati e sproporzionati, le punizioni collettive, la cattura di ostaggi, il rapimento di civili e ulteriori violazioni del diritto alla vita, così come la tortura, i maltrattamenti e le sparizioni forzate nella Striscia di Gaza, in Israele, in Cisgiordania – Gerusalemme Est occupata compresa – e in Libano.

7. Sollecitare le autorità israeliane a cooperare con gli organismi internazionali d’indagine, con gli osservatori internazionali e con gli organi d’informazione internazionali, garantendo loro libero accesso in Israele e nei Territori palestinesi occupati.

8. Sostenere inequivocabilmente, incondizionatamente e pubblicamente l’operato della Corte penale internazionale, assicurando che essa abbia il necessario supporto politico, diplomatico e finanziario per portare avanti il suo lavoro.

9. Ammettere l’esistenza delle cause di fondo del conflitto per poter avere un ruolo costruttivo nelle discussioni sul futuro dell’area, riconoscendo l’esistenza di un sistema di apartheid israeliano contro i palestinesi e vietando il commercio con gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata.

10. Astenersi dall’invio di armi a Israele, a causa delle gravi violazioni del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario che sta commettendo.