L’editoriale

14 Gennaio 2022

Tempo di lettura stimato: 3'

di Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia

Cara amica, caro amico,

ormai da molti anni quello che accade in Egitto, ad opera del regime dittatoriale di al-Sisi, è al centro del lavoro di Amnesty Italia. Da cinque anni chiediamo la verità sulla morte di Giulio Regeni e siamo da quasi due anni presenti in ogni piazza d’Italia, collaborando con decine di comuni, per chiedere la liberazione di Patrick Zaki. Abbiamo contribuito a rendere disponibile in italiano i diari di Alaa Abdel Fattah, tra i principali ispiratori della primavera araba di Piazza Tahrir e tenuto alta l’attenzione su ogni dichiarazione rilasciata da al-Sisi in merito al totale disprezzo che lui e il suo regime hanno per la democrazia e i diritti umani. Occuparsi di Egitto è particolarmente importante nel nostro paese perché, al di là delle prese di posizioni formali da parte di autorità locali e del parlamento sulla cittadinanza a Patrick Zaki, al di là dell’impegno del governo per ottenere un avanzamento sul processo contro gli uccisori di Giulio Regeni, l’Italia rimane tra i principali partner commerciali dell’Egitto per quel che riguarda la vendita di armamenti. Anzi, per noi, nel 2019, l’Egitto è stato il primo partner commerciale in questo campo. Questo significa che l’Italia sta contribuendo ad armare un regime che quotidianamente viola diritti e dignità di migliaia di egiziani, si prende gioco della comunità internazionale e non dimostra alcuna collaborazione per aiutare il nostro paese a scoprire la verità sulla morte di un cittadino italiano. Abbiamo bisogno di unire le forze per pretendere un’azione coerente dal nostro paese sull’Egitto e smettere di essere complici del suo regime.

 

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