L’editoriale

11 Ottobre 2022

© Jeanne Menjoule

Tempo di lettura stimato: 2'

Editoriale

di Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia

Cara amica, caro amico,

cosa rende Amnesty International unica? Il fatto di essere un movimento di persone che si batte, unito, per promuovere i diritti umani e denunciare le violazioni ovunque nel mondo. La nostra unicità è data dall’insieme di questi due elementi: essere un movimento di massa e disporre di infrastrutture capaci di verificare direttamente le violazioni che denunciamo. Amnesty International ha un proprio meccanismo indipendente di ricerca, verifica, denuncia e azione contro le violazioni dei diritti umani. Nei suoi oltre sessant’anni di vita, ha elaborato un sistema di ricerca e verifica che ci permette di essere sicuri, non certo di denunciare tutte le violazioni del mondo, ma del fatto che quelle che denunciamo siano effettivamente accadute. Per questa ragione non temiamo di andare, talvolta, anche controcorrente. Privilegiamo informazioni e notizie prese direttamente e senza intermediari, non pubblichiamo dati di terzi che non siano verificati internamente, non cediamo alla tentazione di comunicare informazioni non provate per poter “essere sul pezzo”. Ci sono stati casi in cui siamo arrivati più tardi, in altri, come in Ucraina, abbiamo ricevuto accuse di essere troppo super partes: ma l’obiettività e l’accuratezza sono la base della nostra autorevolezza e serietà. E lavoriamo avendo sempre in mente che non esiste solo ciò che troviamo nelle prime pagine, impegnandoci a tenere alta l’attenzione su luoghi e contesti dimenticati, come l’Afghanistan, di cui parliamo in questo numero, già scomparso dal dibattito pubblico dopo un anno dalla ripresa del potere da parte dei talebani.

 

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