L’editoriale: Non lasciare nessuno privo d’aiuto

13 Luglio 2020

Tempo di lettura stimato: 3'

Cara amica, caro amico,

si è da poco riaperta la possibilità di uscire di casa e stiamo cercando di recuperare gli spazi di vita che la pandemia ha precluso per quasi due mesi. Se quello trascorso è stato per molti versi un periodo di limbo, nel campo dei diritti umani le cose hanno continuato ad andare avanti.

Raramente come avremmo sperato.

I governi di Ungheria, Brasile, Cina e di molti altri paesi non hanno perso tempo per liberarsi dei vincoli ancora posti all’uso indiscriminato del loro potere e hanno condotto in modo sempre più aperto politiche di repressione delle opposizioni. In altri casi, come Stati Uniti e Regno Unito, la gestione della pandemia è stata condotta in aperto contrasto con le prescrizioni dell’Oms, generando difficoltà gratuite e morti evitabili.

In Italia, il governo non è stato sempre capace di tracciare linee chiare e inclusive per affrontare correttamente la situazione. L’opposizione ha, in troppi casi, anteposto logiche di profitto elettorale all’interesse generale.

Quasi ovunque nel mondo si sta rinunciando a sfruttare questa crisi come un’opportunità per costruire un mondo più giusto e più in linea con il rispetto dei diritti umani.

Amnesty International sta cogliendo ogni occasione per denunciare le derive autoritarie nate con la pandemia e ricordare ai governi che nessuno può rimanere escluso dagli aiuti. Ma sta anche compiendo ogni sforzo possibile per non abbassare la guardia su altre battaglie, come ad esempio la lotta per l’eradicazione della pena di morte ovunque nel mondo, di cui parliamo in questo numero.

Anche quando l’attenzione di tutti è catalizzata su un singolo evento, noi attiviste e attivisti dobbiamo avere sempre cura di mantenere il nostro cuore e la nostra testa aperti abbastanza da non lasciare nessuno privo del nostro aiuto.

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