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Il maggiore Abdel Fattah al-Sisi, capo dei servizi segreti militari egiziani ha promesso, a seguito di un incontro col Segretario generale di Amnesty International Salil Shetty, che i ‘test di verginità’ non saranno più praticati. Nel corso del colloquio, lo stesso al-Sisi aveva giustificato l’uso di queste pratiche per ‘proteggere l’esercito da possibili accuse di violenza sessuale‘ nei confronti di un gruppo di manifestanti arrestate il 9 marzo in piazza Tahrir. Il maggiore al-Sisi ha anche aggiunto che in futuro l’esercito eviterà di arrestare le donne.
‘Le parole del maggiore al-Sisi devono tradursi in chiari e inequivoci ordini alle forze armate: le donne non dovranno mai più essere sottoposte a questo trattamento‘ – ha dichiarato Amnesty International.
Il maggiore al-Sisi ha poi affermato che c’è bisogno di un cambiamento culturale nelle forze armate e ha assicurato di aver dato istruzioni di non ricorrere alla violenza contro i manifestanti e di proteggere dai maltrattamenti le persone arrestate.
‘Speriamo che la rivoluzione egiziana del 25 luglio porti giustizia alle persone che hanno subito danni e maltrattamenti da parte delle forze di sicurezza. In questo momento, però, quello che più conta sono le azioni e non le parole‘ – ha concluso Amnesty International.
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