Libano/Israele: cresce la preoccupazione per la sicurezza dei civili 

26 Settembre 2024

MAHMOUD ZAYYAT/AFP via Getty Images

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A fronte dell’aumento esponenziale del bilancio delle vittime in Libano negli ultimi tre giorni, dovuto a un’escalation delle ostilità tra Israele e Hezbollah, Amnesty International ha sottolineato l’importanza fondamentale che tutte le parti in conflitto rispettino i propri obblighi secondo il diritto internazionale umanitario.

Secondo quanto riferito dal ministero della Salute libanese, nella sola giornata di lunedì 23 settembre almeno 558 persone, tra cui 50 bambini e 94 donne, sono state uccise e oltre 1800 ferite dagli attacchi israeliani in Libano, mentre Israele annunciava l’inizio dell’operazione Northern Arrows. Nei giorni successivi molte altre persone sono state uccise. Gli attacchi di Hezbollah contro Israele sono aumentati significativamente e, secondo i media israeliani, almeno 15 persone sono rimaste ferite, la maggior parte a causa di schegge o detriti e altre mentre cercavano riparo.

“Per il Libano lunedì 23 settembre è stato il giorno più letale dalla fine della guerra civile  nel 1990. Siamo profondamente preoccupati dall’ingente numero di vittime, in continuo aumento, che si è registrato in un solo giorno e dalle ripercussioni devastanti sui civili, con quasi 500.000 persone sfollate dal sud del Libano, dalla Bekaa e da altre regioni colpite da intensi bombardamenti. A partire da ottobre 2023, circa 63.000 abitanti del nord di Israele sono stati sfollati a causa degli attacchi provenienti dal Libano. Con Israele che intensifica e aumenta i bombardamenti e Hezbollah che continua a lanciare attacchi contro Israele, tutte le parti in conflitto devono rispettare il diritto internazionale umanitario e prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere la vita dei civili”, ha dichiarato Erika Guevara Rosas, alta direttrice per le ricerche e le campagne di Amnesty International.

“In passato, i conflitti tra Israele e Hezbollah sono stati caratterizzati da gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. Questo solleva gravi preoccupazioni sul fatto che l’attuale escalation delle ostilità possa portare nuovamente a vittime civili, feriti e distruzioni diffuse in Libano e Israele. Invitiamo tutti gli stati a sospendere i trasferimenti di armi e altre forme di assistenza militare a Israele e Hezbollah, a causa dell’alto rischio che queste armi possano essere usate per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi crimini di guerra”, ha proseguito Guevara Rosas.

Dall’ottobre 2023 Hezbollah e Israele sono impegnati in azioni di guerra, per lo più confinate al sud del Libano e al nord di Israele. Al 10 settembre di quest’anno il numero complessivo di vittime degli attacchi israeliani era salito a 589 in Libano e, al 19 settembre, il bilancio degli attacchi di Hezbollah era di 34 morti in Israele. Altre 12 persone sono state uccise nelle Alture del Golan occupate. Solo negli ultimi tre giorni il numero di morti in Libano è aumentato in modo esponenziale.

Durante il conflitto di 34 giorni tra Israele e Hezbollah del 2006, il numero di morti fu di 1100 in Libano e 43 in Israele. Le ricerche di Amnesty International, effettuate nel corso di quel conflitto, avevano evidenziato attacchi indiscriminati e sproporzionati su vasta scala da parte delle forze armate israeliane, come ad esempio la distruzione di infrastrutture civili.  Dalle ricerche era inoltre emerso che Hezbollah aveva condotto attacchi diretti e indiscriminati contro i civili e sembrava non aver preso le necessarie misure per proteggere i civili in Libano dagli attacchi israeliani.

Dall’analisi dei video effettuata da Amnesty International è evidente che molte delle aree colpite dagli attacchi israeliani nei giorni scorsi erano zone residenziali densamente popolate. Il ministro della Salute libanese ha dichiarato che sono stati colpiti alcune strutture mediche e il personale sanitario, con quattro medici uccisi e almeno 16 feriti.

Rispettare il diritto internazionale umanitario significa garantire che siano colpiti solo obiettivi militari, evitando attacchi indiscriminati, sproporzionati e diretti contro civili o beni civili e adottando tutte le misure possibili per ridurre al minimo i danni alla popolazione e alle infrastrutture. L’uso di armi esplosive con ampi effetti in prossimità di aree residenziali densamente popolate è una violazione del divieto di attacchi indiscriminati e può portare ad attacchi sproporzionati.

“Il 25 settembre, un portavoce dell’esercito israeliano ha emesso un avviso pubblico in arabo, invitando le persone a non tornare nelle loro abitazioni ‘fino a nuovo avviso’, affermando che raid aerei erano in corso. Tali avvertimenti non sollevano Israele dalle proprie responsabilità, ovvero di distinguere, secondo il diritto internazionale umanitario, tra obiettivi militari e civili e di prendere tutte le precauzioni possibili per ridurre al minimo i danni ai civili. Secondo il diritto internazionale un avvertimento deve garantire un tempo sufficiente. Inoltre, gli ordini di evacuazione non rendono le aree colpite zone di fuoco libero”, ha proseguito Erika Guevara Rosas.

“La continua offensiva israeliana su Gaza ha già causato la morte di oltre 42000 palestinesi nell’ultimo anno. L’ultimo attacco al Libano ha portato un’ulteriore ondata di orrore nella regione. Le autorità israeliane, Hezbollah e altri gruppi armati devono riconoscere che le regole del diritto umanitario internazionale si applicano in tutte le circostanze, qualunque sia la ragione del conflitto. Nulla può giustificare l’uccisione e il ferimento illegale di civili”, ha concluso Guevara Rosas.

 

Ulteriori informazioni

L’operazione Northern Arrows di Israele è iniziata il 23 settembre. Nel primo giorno, le forze israeliane hanno effettuato almeno 1600 attacchi in varie aree del Libano. Hezbollah ha lanciato più di 200 razzi verso Israele.

Hezbollah e Israele sono impegnati in ostilità transfrontaliere da quando il primo ha lanciato attacchi nel nord di Israele nell’ottobre 2023, in seguito all’inizio dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza occupata.

Secondo il ministero della Salute libanese e le Nazioni Unite, al 10 settembre 2024 gli attacchi israeliani contro il sud del Libano e la Bekaa avevano ucciso, da ottobre 2023, almeno 137 civili. A causa delle ostilità in corso centinaia di migliaia di persone sono state sfollate dal sud del Libano, dalla Bekaa e da altre aree, la maggior parte delle quali è fuggita dagli ultimi attacchi.

Durante questo stesso periodo Hezbollah e altri gruppi armati hanno lanciato attacchi contro il nord di Israele, uccidendo almeno 14 civili, secondo quanto dichiarato dalle autorità israeliane. Il 27 luglio 12 civili, tutti minori, sono stati uccisi in un attacco a Majdal Shams nelle Alture del Golan occupate. Dall’8 ottobre ad oggi circa 63.000 residenti del nord di Israele sono stati evacuati.