Libertà soffocata in Russia: la ‘legge sugli agenti stranieri’ compie un anno

20 Novembre 2013

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Amnesty International ha denunciato oggi come la ‘legge sugli agenti stranieri’, entrata in vigore il 21 novembre 2012, stia soffocando le Organizzazioni non governative (Ong) in Russia.

‘Oltre un migliaio di Ong ha subito ispezioni e decine hanno ricevuto ammonimenti. Parecchi tra i più importanti gruppi per i diritti umani sono stati multati e alcuni sono stati costretti a chiudere’ – ha affermato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

La ‘legge sugli agenti stranieri’, al centro di un reticolo di leggi repressive adottato dal ritorno alla presidenza di Vladimir Putin, obbliga le Ong che ricevono fondi dall’estero e svolgono quelle che vengono vagamente definite ‘attività politiche’ a registrarsi come ‘organizzazioni che svolgono la funzione di un agente straniero’.

Questa normativa ha avuto un profondo impatto sulle Ong che si occupano di diritti civili, politici, sociali ed economici, nonché di questioni ambientali e di discriminazione anche nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti).

Con l’approssimarsi dei Giochi olimpici invernali di Sochi, i soci e i sostenitori di Amnesty International stanno svolgendo una campagna per mettere in luce la sempre più deplorevole situazione dei diritti umani in Russia.

‘La ‘legge sugli agenti stranieri’ è stata concepita per stigmatizzare e screditare le Ong che si occupano di diritti umani, monitoraggio elettorale e altre questioni sensibili. Fornisce un pretesto perfetto per multare e chiudere gruppi che esprimono critiche e taglierà fonti di finanziamento spesso di vitale importanza’ – ha proseguito Dalhuisen.

Le Ong russe hanno pubblicamente e all’unanimità rifiutato di essere etichettate come ‘agenti stranieri’. L’ispezione senza preavviso di circa 1000 organizzazioni tra la primavera e l’autunno del 2013 è stata ampiamente propagandata dai mezzi d’informazione allineati alle autorità di Mosca.

Le ‘ispezioni’ sono state seguite da procedimenti amministrativi e penali nei confronti di parecchie Ong e dei loro dirigenti e si prevede che ne seguiranno ancora molti altri.

Dopo aver provato invano a contestare in tribunale la ‘legge sugli agenti stranieri’, il gruppo di monitoraggio elettorale Golos (Voce) ha deciso di sciogliersi dopo aver ricevuto pesanti multe ed essere stato costretto a sospendere le attività per parecchi mesi.

Il Centro Kostroma per il sostegno alle pubbliche iniziative ha subito la stessa sorte e ha chiuso per l’impossibilità di pagare le pesanti multe ricevute.

Il film festival Lgbti Bok o Bok (Fianco a fianco) ha pagato una multa e ha chiuso. Ha ufficialmente cessato di esistere prima di vincere il ricorso in appello e ora non può più ottenere il rimborso della multa.

Solo questa settimana cinque Ong di Mosca (Memorial, Verdetto pubblico, il movimento Per i diritti umani, Jurix e Golos) sono comparse in giudizio e le udienze sono state rinviate. Numerose altre Ong in tutta la Russia sono sotto processo.

In sintesi, da quanto la ‘legge sugli agenti stranieri’ è entrata in vigore:

almeno 10 Ong sono state portate in tribunale per non essersi registrate come ‘organizzazioni che svolgono la funzione di un agente straniero”;
almeno altre cinque Ong sono finite sotto processo dopo le ‘ispezioni’ per presunte violazioni amministrative come la mancata presentazione di documenti richiesti;
almeno 10 dirigenti di Ong hanno ricevuto l’ordine di rispettare gli obblighi della ‘legge sugli agenti stranieri”;
almeno 37 Ong hanno ricevuto l’ammonimento ufficiale che se continueranno a ricevere fondi dall’estero e a svolgere azioni arbitrariamente definite ‘attività politiche’ (tra cui la pubblicazione di materiale sui diritti umani in Russia e il rifiuto di registrarsi come ‘organizzazioni che svolgono la funzione di un agente straniero’, violeranno la legge.

Molti dirigenti delle Ong russe hanno raccontato ad Amnesty International la loro frustrazione nei confronti della ‘legge sugli agenti stranieri’. Il gruppo per i diritti umani Alleanza delle donne del Don, che fornisce sostegno alla popolazione locale su aspetti della vita quotidiana come il lavoro, la famiglia, l’alloggio e la pensione, dovrà presentarsi in tribunale la prossima settimana per non essersi registrato come ‘organizzazione che svolge la funzione di un agente straniero’.

‘Non abbiamo niente di cui vergognarci o di cui sentirci colpevoli. Siamo orgogliose del nostro lavoro. La chiusura della nostra organizzazione colpirà tanta gente’ – ha dichiarato Valentina Cherevatenko, dirigente dell’Alleanza.

Lev Ponomaryov, responsabile del movimento Per i diritti umani, ha dichiarato ad Amnesty International: ‘Se ci faranno chiudere, ne risentiranno migliaia di persone in tutta la Russia. Se altre Ong chiuderanno, ne risentiranno decine di migliaia di persone. L’intera società civile sarà condannata’.

‘La ‘legge sugli agenti stranieri’ viola gli obblighi nazionali e internazionali della Russia di garantire il diritto alla libertà di associazione, manifestazione ed espressione. Dev’essere immediatamente abolita’ – ha concluso Dalhuisen.

Firma l’appello ‘Russia: fermare gli attacchi alla società civile’

Scarica il briefing ‘Behind the Smokescreen of Olympic Celebrations: Key human rights concerns in the Russian Federation’

FINE DEL COMUNICATO             Roma, 20 novembre 2013

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