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Amnesty International ha chiesto agli stati membri del Consiglio Onu dei diritti umani, che si riuniranno la prossima settimana a Ginevra, di istituire un meccanismo internazionale d’indagine come primo passo verso l’accertamento dei responsabili delle orrende violazioni dei diritti umani in Libia.
In vista della riunione, il 20 febbraio l’Alta commissaria Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha diffuso un importante rapporto sulla situazione in Libia, nel quale denuncia la radicata impunità che protegge gli autori di violazioni quali omicidi illegali, torture e detenzioni arbitrarie e chiede al Consiglio Onu dei diritti umani di istituire un meccanismo internazionale d’indagine.
“La situazione in Libia continua a peggiorare, la popolazione civile paga il presso di crimini efferati commessi da milizie e gruppi armati e non c’è fine in vista per il conflitto“, ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
“Come ha sottolineato l’Alta commissaria, le istituzioni nazionali libiche non sono in grado e, in alcuni casi, non hanno proprio intenzione di mettere fine all’impunità. La comunità internazionale deve urgentemente raddoppiare gli sforzi per chiamare i responsabili delle violazioni a rispondere delle loro azioni“, ha aggiunto Morayef.
Il rapporto dell’Alta commissaria Bachelet denuncia le torture cui sono regolarmente sottoposti i migranti e la vicenda di un gruppo di ragazzi uccisi da una granata mentre stavano assistendo a un incontro di calcio. Non vi è traccia di procedimenti giudiziari nei confronti di membri delle milizie o dei gruppi armati per i crimini commessi a partire dal 2011.
Nell’ottobre 2019 la Libia è stata eletta per tre anni stato membro del Consiglio Onu dei diritti umani: se sosterrà o meno la richiesta di istituire un meccanismo internazionale di indagine sarà una sorta di test d’ingresso. Gli altri stati membri del Consiglio dovrebbe incoraggiare il governo libico a votare a favore di questo meccanismo e a prestargli la massima collaborazione una volta istituito.
“La sessione della prossima settimana sarà decisiva per capire se gli stati membri del Consiglio Onu dei diritti umani intendono seriamente portare avanti il loro mandato per la protezione dei diritti umani. La giustizia per le vittime in Libia dev’essere ai primi posti dell’agenda“, ha concluso Morayef.
Ulteriori informazioni
La 43ma sessione del Consiglio Onu dei diritti umani si svolgerà a Ginevra dal 24 febbraio al 20 marzo.
Le ricerche condotte in Libia da Amnesty International, rese note in un rapporto pubblicato nell’ottobre 2019, hanno rivelato possibili crimini di guerra commessi sia dal Governo di accordo nazionale, sostenuto dalle Nazioni Unite, che dall’autoproclamato Esercito nazionale libico.
Nel dicembre 2019 Amnesty International e altre organizzazioni della società civile hanno lanciato un appello agli stati affinché sostengano attivamente la creazione, da parte del Consiglio Onu dei diritti umani, di un meccanismo di indagine e di accertamento delle responsabilità del quale vi è da tempo disperato bisogno.