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Amnesty International ha sollecitato la Corte penale internazionale a porre fine alla confusione sulla sede in cui Saif al-Islam Gheddafi, attualmente detenuto in un luogo segreto nella città di Zintan, dovrebbe essere processato.
Il 23 novembre il procuratore della Corte, Luis Moreno Ocampo, ha detto che non è necessario che il figlio dell’ex leader libico Muhammar Gheddafi sia processato dall’Icc, ma potrebbe essere giudicato nel suo paese da una corte libica. L’Icc ha dichiarato che la decisione è di competenza dei giudici, e non del procuratore, della Corte.
‘Nutriamo molti dubbi su come, attualmente, il sistema giudiziario libico possa garantire un processo equo e senza pena di morte nei confronti di Saif al-Islam Gheddafi. L’Icc non dovrebbe attendere che siano le autorità libiche a decidere, ma dovrebbe intervenire per fare in modo che vi sia giustizia. Secondo lo Statuto di Roma dell’Icc, spetta alla Corte stabilire se le autorità libiche sono in grado o meno di dare giustizia alle vittime delle violazioni dei diritti umani’ – ha dichiarato Marek Marczynski, della Campagna per la giustizia internazionale di Amnesty International.
Se i giudici dell’Icc decideranno che sarà la Corte a processare Saif al-Islam Gheddafi, Amnesty International chiede che l’Icc svolga le procedure giudiziarie in Libia.
Amnesty International ha chiesto al nuovo governo libico di assicurare l’incolumità di Saif al-Islam Gheddafi e la protezione degli altri suoi diritti, così come di quelli di Abdullah al-Senussi, ex capo dell’intelligence della Libia e a sua volta ricercato dall’Icc, che si teme sia detenuto in isolamento.