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Amnesty International ha apprezzato il rilascio di quattro funzionari della Corte penale internazionale (Icc), sottoposti a un’inaccettabile detenzione per oltre tre settimane da parte di una milizia libica.
I quattro funzionari dell’Icc erano stati arrestati il 7 giugno a Zintan dopo che avevano incontrato il detenuto Saif al-Islam Gheddafi, figlio dell’ex leader libico Muhammar Gheddafi.
Le autorità libiche avevano accusato uno dei quattro funzionari, l’avvocata australiana Melinda Taulor, di spionaggio, sostenendo che avesse tentato di fornire di nascosto documentazione a Saif al-Islam Gheddafi.
Per oltre tre settimane, le attiviste e gli attivisti di Amnesty International hanno inviato migliaia di appelli alle autorità di Tripoli chiedendo il rilascio di Taylor e dei suoi tre colleghi: la libanese Helene Assaf, il russo Alexander Khodakov e lo spagnolo Esteban Peralta Losilla.
Secondo Amnesty International, il fatto che le autorità della Libia abbiano consentito la detenzione dei quattro funzionari dell’Icc è del tutto inaccettabile: non solo ha privato della libertà le persone interessate, impedendo loro di svolgere il loro lavoro, ma ha anche pregiudicato il diritto di Saif al-Islam Gheddafi a un’effettiva difesa e ritardato la decisione dell’Icc sulla richiesta libica di processare l’imputato in un tribunale interno.
Amnesty International ritiene che la vicenda della detenzione dei quattro funzionari dell’Icc – sulla cui legalità, così come sulle accuse da parte libica l’Icc dovrà svolgere una pubblica indagine – mostra che le autorità della Libia non intendono garantire a Saif al-Islam al Gheddafi il diritto a una difesa effettiva né soprattutto quello a un processo equo.
Se la richiesta della Libia di processare Saif al-Islam Gheddafi in un tribunale nazionale verrà respinta, l’imputato dovrà essere consegnato all’Icc senza alcun ulteriore ritardo.