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Amnesty International denuncia l’omicidio dell’avvocata Hanan al-Barassi, uccisa martedì 10 novembre a Bengasi. La donna di 46 anni è stata assassinata a colpi di pistola in strada e in pieno giorno. Al-Barassi aveva denunciato apertamente la corruzione di diverse personalità affiliate ai gruppi armati nell’Est della Libia e per questo motivo aveva ricevuto minacce di morte, giunte anche a carico della figlia.
Il giorno prima della morte, al-Barassi aveva annunciato sulle pagine dei suoi social network che avrebbe pubblicato un video che denunciava la corruzione di Saddam Haftar, figlio del leader del cosiddetto Esercito nazionale libico (Laaf).
Al-Barassi aveva denunciato corruzione, abusi di potere e violazioni dei diritti umani. La sua tragica morte è la prova delle minacce con cui devono fare i conti le donne libiche che osano parlare di politica. Il Laaf deve indagare con urgenza sull’assassinio di Hanan e assicurare alla giustizia tutti i responsabili.
Hanan era un’avvocata molto conosciuta in Libia, tanto che veniva soprannominata “Azouz barqua” ovvero la signora della Cirenaica. La sua battaglia per i diritti umani, soprattutto nella zona controllata da Haftar passava anche attraverso i social. Al-Barassi aveva accusato di corruzione e malversazione funzionari dell’amministrazione parallela a quella di Tripoli. Hanan aveva dato voce alle donne vittime di violenza in famiglia, mettendo in rete video di denunce che circolavano in Libia.