L’Iran presenta all’Onu un quadro distorto sui diritti umani

15 Febbraio 2010

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Il governo iraniano presenta all’Onu un quadro distorto sui diritti umani

(15 febbraio 2010)

Il rapporto presentato dal governo iraniano al Consiglio Onu dei diritti umani, in occasione dell’Esame periodico universale, fornisce un quadro distorto sulla situazione dei diritti umani nel paese. Secondo Amnesty International, se le autorità di Teheran affermano che non c’è una crisi dei diritti umani ma solo contestazioni di natura politica, vuol dire che hanno perso contatto con la realtà oppure non vogliono riconoscerla.
 
Il rapporto presentato dall’Iran al Consiglio Onu dei diritti umani sostiene, invece, che è vietato estorcere ‘confessioni con la tortura’, che il sistema giudiziario è indipendente e che non vi è alcuna forma di discriminazione nei confronti delle donne. 
 
La realtà parla di arresti e carcerazioni di massa, pestaggi nei confronti di manifestanti pacifici, torture e decessi in prigione, ‘processi spettacolo’ ed esecuzioni per reati politici. Per quanto riguarda le donne, sono assenti da ogni carica pubblica di responsabilità: la loro testimonianza in tribunale vale la metà di quella di un uomo e, in caso di ferimento o morte, il risarcimento è dimezzato rispetto a quello che spetterebbe a un uomo.
 
Amnesty International segnala ancora una volta che, a differenza di quanto affermano, le autorità iraniane non intendono dialogare in modo costruttivo con le organizzazioni per i diritti umani e con gli esperti dell’Onu. Dal 1979, ad Amnesty International è fatto divieto di entrare nel paese per condurre ricerche sul campo.