L’Iran si appresta ad amputare le dita a otto prigionieri

10 Giugno 2022

Photo by Kaveh Kazemi/Getty Images

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Amnesty International ha sollecitato la comunità internazionale a usare tutti i mezzi diplomatici a sua disposizione per far desistere le autorità iraniane dal procedere all’amputazione delle dita a otto prigionieri, almeno tre dei quali condannati a seguito di “confessioni” estorte con la tortura.

Agli otto detenuti è stato annunciato che, nei prossimi giorni, saranno trasferiti in due prigioni dotate di una sorta di ghigliottina per eseguire le sentenze: quella di Evin nella capitale Teheran e quella di Raja’i Shahr a Karaj.

“Amputare le dita ai prigionieri è una forma di tortura e un oltraggio alla dignità umana. Le autorità iraniane devono immediatamente annullare le condanne e garantire agli otto prigionieri un nuovo processo che non dia luogo a pene corporali”, ha dichiarato Diana Eltahawy, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

Gli otto prigionieri sono stati condannati per rapina. I verdetti, già approvati dalla Corte suprema, sono stati trasmessi all’Ufficio per l’esecuzione delle sentenze. Dunque, le amputazioni potrebbero avvenire in tempi brevissimi.

Uno di loro, Hadi Rostami, nel febbraio 2021 era stato frustato 60 volte in carcere per “disturbo all’ordine nella prigione” solo per aver protestato in modo pacifico, anche mediante uno sciopero della fame, nei confronti delle condizioni inumane di prigionia.

Secondo gli atti giudiziari, esaminati da Amnesty International, le sentenze prevedono “la totale amputazione di quattro dita della mano destra, in modo che restino solo il palmo della mano e il pollice”.

Il 31 maggio è stata eseguita una sentenza di amputazione di quattro dita a un prigioniero trasferito nella prigione di Evin.