Lituania: necessario riaprire le indagini sulle carceri segrete della Cia

29 Settembre 2011

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La Lituania deve immediatamente riaprire le indagini sul suo coinvolgimento nei programmi statunitensi di rendition e detenzioni segrete. È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International presentando il rapporto ‘Aprire la porta alla verità in Lituania: occorre indagare adesso sulle prigioni segrete’.

Il rapporto descrive gli sviluppi successivi all’ammissione, da parte delle autorità lituane, che dal 2002 al 2006 il paese ha ospitato due centri segreti di detenzione diretti dalla Cia. Il rapporto fornisce inoltre informazioni sul coinvolgimento della Lituania nelle rendition e suggerisce nuovi filoni d’inchiesta, come quello relativo alla denuncia di Abu Zubaydah, attualmente prigioniero a Guantánamo, su un periodo di detenzione trascorso in un ‘sito nero’ della Cia in Lituania. Infine, Amnesty International chiede alla Lituania di indagare le connessioni con Polonia e Romania, altri due paesi nei quali sarebbero state allestite carceri segrete della Cia.

Appellandosi alla necessità di proteggere segreti di stato, nel gennaio 2011 il procuratore generale della Lituania aveva chiuso le indagini senza rendere pubblica alcuna informazione in merito.

Le autorità lituane non dovrebbero nascondersi dietro il paravento del ‘segreto di stato’ per impedire indagini adeguate su denunce di sparizione e tortura. Nessuno è stato chiamato a rispondere per aver aiutato gli Usa ad allestire questi centri segreti o per le violazioni dei diritti umani che possano esservi state commesse‘ – ha affermato Julia Hall, esperta di Amnesty International su controterrorismo e diritti umani in Europa. ‘Occorre riaprire le indagini su queste operazioni e anche sulle attività di funzionari Usa in Lituania, con l’obiettivo di accertare le responsabilità per le complicità in tutte le violazioni dei diritti umani‘.

Nel dicembre 2009, a seguito di un’inchiesta parlamentare, la Lituania ha ammesso, primo tra i paesi europei, che due prigioni segrete erano state allestite sul suo territorio e che suoi funzionari avevano collaborato coi servizi segreti Usa.

Dalla fine del 2001 al 2006, nell’ambito delle attività controterrorismo dirette dagli Usa, vi sono stati numerosi arresti e trasferimenti di persone sospette in strutture segrete situate in paesi terzi. Molte di queste persone sono state picchiate, private del cibo e del sonno e sottoposte a ulteriori maltrattamenti. Alcuni prigionieri ‘di elevato valore’ sono stati sottoposti al waterboarding (finto annegamento).

In questo modo, ‘i governi hanno ignorato i loro obblighi internazionali e funzionari di stato hanno violato la legge, causando sofferenza a persone catturate nelle strade delle loro città e dei loro villaggi e torturate impunemente, mentre le famiglie venivano lasciate all’oscuro sul loro destino’ – ha sottolineato Hall.

Se è l’unico ad aver pubblicamente ammesso di aver consentito alla Cia di allestire prigioni segrete sul suo territorio, il governo lituano si trova in ampia compagnia con i paesi europei che sono miseramente mancati al dovere di indagare e di chiamare rappresentanti dello stato a rispondere delle violazioni dei diritti umani commesse in quei siti‘ – ha proseguito Hall.

Di fronte al rifiuto, sin qui, del procuratore generale di aprire le indagini, le Organizzazioni non governative stanno cercando il modo per ottenere ulteriori informazioni da agenzie governative lituane e da altre fonti per fare luce sulla cooperazione di funzionari e organismi dello stato con la Cia tra il 2002 e il 2006.

Amnesty International, lo Human Rights Monitoring Institute di Vilnius e le londinesi Reprieve e Interights hanno scoperto nuovi dati sui voli delle rendition e su atterraggi di aerei in Lituania e in altri paesi europei.

Amnesty International chiede alle autorità lituane di indagare, in particolare, sulla denuncia di Abu Zubaydah di essere stato detenuto in Lituania e su un volo del 2005 proveniente dal Marocco e atterrato a Vilnius, scoperto da Reprieve; su aerei atterrati in Lituania nel settembre 2004 e nel luglio 2005, che potrebbero aver fatto parte dei programmi Usa di rendition e detenzioni segrete; infine, sui legami tra gli atterraggi in Lituania e il ruolo di altri paesi europei, tra cui la Polonia.

Vi sono sufficienti informazioni di pubblico dominio da rendere un imperativo la riapertura delle indagini. Le autorità lituane hanno la chiave per aprire la porta alla completa verità sul ruolo del paese nei programmi di rendition e detenzioni segrete‘ – ha concluso Hall.

Scarica il rapporto in inglese ‘Aprire la porta alla verità in Lituania: occorre indagare adesso sulle prigioni segrete’

Lituania: le prigioni segrete della Cia

FINE DEL COMUNICATO                                                             Roma, 29 settembre 2011

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